L’uomo che vedete nella foto in questa posa plastica assessoriale si chiama Giusto Catania, ma non fatevi ingannare dal cognome: è palermitano. Dirigente scolastico, consigliere comunale di lungo corso, i palermitani di oggi lo conoscono come assessore comunale alla mobilità della giunta Orlando. In realtà le sue deleghe sono anche altre, ma quella che salta subito agli occhi è questa: la mobilità.

La foto in questione è da tre giorni sui giornali (on line e cartacei) di questa città per effetto di una polemica: l’automobile nella disponibilità dell’assessore è stata ‘beccata’ da un cittadino in divieto di sosta.

Il cittadino ha postato la fotografia e l’assessore ha subito risposto con questa foto (scattata da un amico dunque anche testimone) per negare di averla parcheggiata lui là dove era stata fotografata. Ma i social network di oggi sono uno spaccato della società anche palermitana e così la foto dell’auto in divieto è subito passata da un post all’altro per finire sulle bacheche dei social influencer.  Da lì a finire sui giornali il passo è breve.

Un peccato veniale che poteva finire in una bolla di sapone. Come qualcuno ha commentato in questi giorni sempre sui social network finendo, anche lui, sui giornali, bastava che l’assessore ammettesse la ‘marachella’ magari non sua. Insomma bastava un semplice “Non avevo io l’auto ma un amico o un familiare. Ha fatto una sciocchezza, pagherò la contravvenzione”. Una risposta simile avrebbe spento la polemica in qualche ora. Ci sarebbe certamente stato il solito estremista che grida allo scandalo ma poi tutto sarebbe finito lì.

Invece no! Quello che a noi, umili osservatori trentennali delle vicende amministrative di questa città, sembra peggio dell’auto in divieto di sosta, è la reazione scomposta dell’assessore Catania al quale, lo ribadiamo, continuiamo a riconoscere ‘fanciullesca buonafede’ ma nulla di più.

Un uomo che ha la responsabilità della mobilità di una città paralizzata come Palermo deve certamente dare l’esempio e con lui tutta la sua famiglia perché diversamente come si potrà mai evitare al palermitano il sospetto che si conti su favoritismi (che magari poi non esistono)? Ancor di più bisogna stare attenti nel momento in cui si chiede un sacrificio economico e di mobilità automobilistica ai palermitani attraverso le Ztl e la soppressione di linee di autobus per finanziaria il tram.

Il tram, intendiamoci, è un’ottima cosa per Palermo e ne siamo tutti felici, ma serve due soli quartieri periferici, non raggiunge il centro e di conseguenza è utile solo a qualche migliaio di palermitani. In tanti, tantissimi, invece ne pagano il prezzo in termini di autobus soppressi e di pass a pagamento per la Ztl che poco serve al traffico e all’inquinamento e tanto alla cassa Amat. Ma questa è solo una opinione, condivisa da tanti, ma solo una opinione.

Tornando all’assessore Catania, invece, quello che sorprende è proprio la sua reazione alla pubblicazione della fotografia della sua auto in divieto di sosta, lasciata lì da qualcuno (familiare o amico si suppone) ma non da lui. E Catania minaccia querele nei confronti di chi ha pubblicato la notizia e per di più di chi ha riportato, fra virgolette, il post originale nel quale si legge: “l’assessore @giustocatania vs il divieto di sosta e fermata” attribuendo, sempre fra virgolette, a lui il parcheggio in divieto.

E non basta che nell’articolo sia stata riportata sin da subito la replica dell’assessore postata all’autore della foto e del post originale. La reazione è veemente e minacciosa e si conclude (per il momento) con un post nel quale il responsabile della mobilità a Palermo addita al pubblico ludibrio chi diffonde le notizie false riguardanti la sua auto in divieto di sosta.

Si tratta del medesimo copione di qualche settimana prima quando lo stesso assessore Catania additava al pubblico ludibrio tutti i palermitani che avevano realizzato fotomontaggi sulla linea ferrata del tram allagata. Tutti fotomontaggi. In realtà la linea del tram allagata era una foto reale scattata durante i lavori a cantiere aperto. Era accaduto a cantiere aperto cosa che adesso non dovrebbe più succedere a lavori ultimati. I fotomontaggi riguardavano solo l’ironia dei palermitani che sul ‘fiume tram’ avevano ‘montato’ di tutto: dai pirati dei Caraibi ai gondolieri.

Si comprende facilmente che il Giusto assessore Catania è in preda ad una sindrome da accerchiamento. E’ comprensibile lo stress e questo non vogliamo rimproverarglielo. Caro assessore se vede complotti e falsificazioni fotografiche ovunque forse sarebbe il caso di riposare un poco, è troppo stressato.

Dopo aver accusato di falso mezza Palermo, in una città qualsiasi un assessore alla mobilità che non riesce a controllare neanche la mobilità della propria autovettura (in divieto di sosta suo malgrado e non messa li da lui) si sarebbe dimesso. Non è solo una osservazione ma un consiglio che le diamo, caro assessore, principalmente per la sua salute che potrebbe risentire di tutto questo stress.

Ma se, come crediamo, non ha intenzione alcuna di lasciare l’incarico almeno accetti un consiglio di riserva che rappresenta anche l’offerta di una ramoscello d’ulivo: si rilassi e non cerchi complotti dove non ci sono. E se capita di sbagliare ricordi che i palermitani sono sempre stati bravi a perdonare piccoli errori e a dimenticare: siamo un popolo dalla memoria corta e abituati al “un c’è nenti, pigghiamoni un cafè”. Dunque lasci perdere il complottismo e si metta a lavorare sul come sopperire ai trasporti in tilt nelle zone dove gli autobus non ci sono più, alla modifica di una Ztl che così com’è non può andare, alla vigilanza sull’Amat che nei budget non ha messo il tram ma dovrebbe coprire 90 linee che non copre (adesso sono 54 o 55 con la rimodulazione) e alle tante altre cose di cui Palermo ha bisogno per una reale mobilità alternativa perché noi per primi, se ci fosse una alternativa, lasceremmo le auto a casa senza rischiare multe per divieto di sosta.