22 maggio al teatro massimo alle 18:30

Il Teatro Massimo riapre il sipario con Lucia di Lammermoor

Standing ovation al Teatro Massimo. La Prova Generale di “Lucia di Lammermoor” di Donizetti ha incantato il pubblico in sala. Giovedì ci si è ricordato cosa significa assistere ad una rappresentazione teatrale. E ci attende questa sera lo spettacolo vero e proprio.

“Lucia di Lammermoor”

“Lucia di Lammermoor” è un’opera in tre atti di Gaetano Donizetti. Ha diretto l’orchestra Roberto Abbado.
Alle 18:30 giovedì il Massimo si è rianimato dopo mesi di silenzio e di stasi. Uno spettacolo dal vivo e un pubblico under 35 che si è immerso nella magnificenza che soltanto l’arte riesce a conferire.

Lucia di Lammermoor racconta di un amore sofferto, contrastato tra Lucia e Edgardo di Ravenswood. Il loro sentimento però viene ostacolato perché di casate contrarie. Sposeranno persone diverse, ma saranno comunque angosciati dai tradimenti, dai soprusi e dagli inganni.
Entrambi però sono incapaci di vivere l’uno senza l’altra e impazziranno dal dolore per questo.

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Cast del Teatro Massimo

Nel cast del Teatro Massimo. Accanto a Sara Blanch, sul palco insieme a lei, ci saranno infatti due affermatissimi interpreti: il tenore Celso Albelo (nei panni di Edgardo di Ravenswood), e Michele Pertusi.
Fa ritorno a Palermo anche il baritono Ernesto Petti (Lord Enrico Ashton). Con loro David Astorga, Matteo Mezzaro e Natalia Gavrilan. Maestro del Coro, Ciro Visco. La mise en espace è di Ludovico Rajata, i costumi di William Orlandi che con Rajata cura anche il progetto visivo.

La gioia di tornare a teatro si respirava seppur con i dovuti dispositivi di sicurezza che ancora ci accompagneranno. Ma nulla è più appagante e rigenerante del vedere la scintilla dell’orchestra e degli attori in scena visibilmente emozionati. Al termine, il teatro è esploso in un fragore incessante di applausi.

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Come viene intonata nell’opera rappresentata: “Quella gioia che si sente, ma non si dice”. Andare a teatro dopo infiniti giorni di lontananza è un’emozione che si percepisce sottopelle. Ma non è necessario esprimerlo a voce perché dipinta nei nostri occhi e in quelli di chi per la prima volta dopo tantissimo tempo ha indossato il costume di scena per esibirsi.

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