“A distanza di pochi giorni dall’ultimo assalto, un altro attacco a un bancomat di nuovo di Bper Banca: questa volta colpito l’Atm della Bper di Via Papa Sergio a Palermo. Assurdo si sta diffondendo un fenomeno del tutto nuovo per la città che trova impreparate le banche che continuano a fare finta di non vedere il problema. Cinque attacchi in un mese sono un fenomeno più che preoccupante. Il 3 settembre il colpo alle poste di Via Pergusa, il 7 a Banca Sella in Via Castellana, il 22 alla BCC di Altofonte e Caccamo in Viale Regione dove i malviventi sono riusciti a sottrarre 50.000 euro, il 7 ottobre a Banca Bper in Via San Giovanni Di Dio a Brancaccio e oggi di nuovo un attacco ad un bancomat sempre di Bper”.

Lo dice Gabriele Urzì dirigente nazionale Fabi e responsabile salute e sicurezza Fabi Palermo.
“Non ci stancheremo di ripeterlo – continua Urzì – occorrono investimenti massicci delle banche che devono garantire una sorveglianza privata notturna e un maggiore controllo da parte delle forze dell’ordine che con uomini e mezzi insufficienti non riescono a coprire l’esteso territorio delle città metropolitana di Palermo. Forse occorre che intervenga il prefetto perché la situazione è sfuggita di mano”.

Lo studio della Fabi sui sistemi di protezione degli Atm

Il tasso di successo degli attacchi agli ATM è basso in quanto solo un terzo va a buon fine ma i danni provocati ad esempio dagli esplosivi utilizzati sono sempre ingenti. La riuscita del colpo dipende da una serie di fattori, tra cui le caratteristiche di un ATM, l’impostazione dell’attacco allo sportello e l’esperienza degli autori del reato – afferma Urzì. Gli ATM più vulnerabili sono quelli situati all’esterno o quelli che si trovano all’interno degli edifici.

È necessario eseguire una valutazione approfondita del rischio di attacchi fisici agli ATM analizzando l’ubicazione dell’ATM, il tipo di apparecchiatura, la quantità di contanti contenuta nella macchina, Le misure di sicurezza e di prevenzione già adottate (sistemi intelligenti di neutralizzazione delle banconote, TVCC, sistemi di sicurezza nebbiogeni che riducono la visibilità).

I sistemi intelligenti di neutralizzazione delle banconote (IBNS) macchiano le banconote con inchiostro per contrassegnarle come rubate e, inoltre, all’inchiostro di un IBNS possono essere aggiunti traccianti e marcatori.

L’impiego di un sistema a cannone nebbiogeno consente di riempire rapidamente una stanza o un’area esterna con una fitta nebbia, impedendo ai malintenzionati di vedere. Questa nebbia di sicurezza rende spesso impossibile l’esecuzione dell’attacco all’ATM.

Il sistema permette di rallentare quantomeno l’autore del reato, lasciando il tempo necessario per l’intervento delle forze dell’ordine. Il sistema di sicurezza nebbiogeno è collegato al sistema di allarme e può essere attivato in due modi: automaticamente, mediante sensori di allarme come rilevatori di movimento (di notte) o tramite sensori di manipolazione delle serrande degli ATM; oppure mediante una centrale di allarme per evitare troppi falsi allarmi.

Per gli sportelli automatici da esterno, il sistema nebbiogeno può essere applicato sulla parte posteriore del bancomat in modo tale da riempire l’area circostante con la nebbia e azzerare la visibilità degli intrusi. Attualmente sono in corso test per valutare se installare i cannoni nebbiogeni all’interno dell’ATM stesso. Alla nebbia possono inoltre essere aggiunti marcatori del Dna che macchiano i rapinatori e i loro indumenti.

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