Una area verde intitolata ad un simbolo della legalità e della lotta alla mafia, trasformata in un cimitero delle auto a cielo aperto. Questa è la storia del parco Libero Grassi, polmone verde (almeno sulla carta) della II Circoscrizione di Palermo. Un luogo all’interno del quale alcuni incivili hanno abbandonato quel che rimane delle carcasse di una decina di automobili.

Cimitero delle auto nell’area verde

cimitero delle auto al parco Libero Grassi

Fatto che non è nuovo nel suo genere, visto che simili casi si sono già verificati in passato. Ciò anche a causa della mancanza di una rete di protezione che sbarri l’ingresso. Elemento richiesto a gran voce dall’ex presidente della III Commissione Paolo Caracausi che, proprio ai nostri microfoni, rivolse un accorato appello all’ex Amministrazione Comunale. Richiamo istituzionale caduto nel vuoto, come testimoniato dalle immagini raccolte all’interno dell’area verde.

Un vero e proprio pugno in un occhio, in un parco che attende, ormai da anni, non solo una riqualificazione ma anche e soprattutto l’apertura al pubblico. Fatto sottolineato dal consigliere della II Circoscrizione Giuseppe Guaresi. “Ci sono una quindicina di macchine tagliate. Ci sono anche i documenti degli ex proprietari. Ho chiesto più volte la chiusura dell’ingresso con i new jersey. E’ da due giorni che alcuni residenti della zona mi riferiscono di un via vai di mezzi pesanti. Le persone sono preoccupate per l’ordine pubblico e per i fenomeni di illegalità perpetrati all’interno del parco Libero Grassi“.

La vicenda del parco Libero Grassi

cimitero delle auto al parco Libero Grassi

Da anni si parla in città dell’area verde di Acqua dei Corsari, che non ha però ancora visto la luce. Un’area che, nonostante una notevole quantità di investimenti, non ha ancora aperto i battenti.  Nel 2013 il Comune di Palermo ha intestato un’area di 11 ettari sulla Costa Sud nella zona di Acqua dei Corsari alla memoria di Libero Grassi. Un intitolazione simbolica, su una delle più belle e depredate aree della città. Sono trascorsi tanti anni ma il parco, come detto, non è ancora sorto.

Il problema è da riscontrare nella necessità di effettuare delle operazioni di bonifica del sottosuolo. Fatto per il quale sono in corso una nuova serie di carotaggi. Il Comune di Palermo ha ammesso ufficialmente nel 2018 che “è stata effettivamente verificata la presenza di agenti inquinanti” e quindi ha approvato un progetto di fattibilità da 11 milioni di euro, ottenuti col bando regionale “PO FESR Sicilia 2014-2020 – Asse 6 – Azione 6.2.1”. “L’area è stata oggetto di una Analisi di rischio finalizzata a verificarne la contaminazione e l’eventuale pericolo per la fruizione umana. A seguito dei controlli, è stata effettivamente verificata la presenza di agenti inquinanti”. L’Analisi parla di metalli pesanti quali piombo, arsenico e stagno nel terreno, nel sottosuolo e nella falda, pericolosi per l’uomo.

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