Un’intervista concessa a una tv dall’astronauta catanese Luca Parmitano ha dato nuove armi ai “complottisti”, convinti che la pandemia del covid circolasse da prima che il governo cinese la rendesse nota. Ma “AstroLuca” ha spiegato che la frase incriminata sia figlia di un errore, dovuta al sistema del calcolo delle date che lo hanno portato a confondersi.
“Già da novembre, avevamo iniziato a seguire i primi contagi, inizialmente soltanto nei paesi asiatici, poi al mio rientro i primi contagi in Europa…”, aveva detto in collegamento con la trasmissione Rai “Petrolio” del 25 aprile e, poi, il 9 maggio, su Tg2 Storie aveva ripetuto: “anche prima del mio rientro già da novembre eravamo al corrente di questo probabile contagio pandemico e soprattutto la gravità che si andava allargando a macchia d’olio proprio in Europa poco prima del mio rientro” (9 maggio 2020 – TG2 storie).

Frasi riprese da Davide Rossi, che su Difesaonline.it sostiene come Parmitano abbia involontariamente “confermato ciò che all’estero riportano persino media mainstream, cioè che l’intelligence americana avvertì gli alleati e altri governi, fra cui quello israeliano, già a novembre 2019, mentre ancora ufficialmente la Cina comunista non dichiarava alcuna epidemia da coronavirus”.
Parole che hanno sollevato forti polemiche e aperto un caso, tanto che lo stesso Parmitano ha dovuto correggere le sue stesse parole attraverso un post pubblicato sul profilo twitter dell’Esa, l’Ente spaziale europeo.
“Ho fatto un errore, che è stato usato per alimentare una polemica inutile”, ha scritto il colonnello dell’aeronautica e astronauta catanese. “L’errore è stato dovuto a diversi fattori. A bordo della Iss, la stazione spaziale internazionale, non usiamo il calendario, ma il “Tempo coordinato universale” (Utc); l’anno inizia col giorno 1 e finisce col giorno 365 e gli eventi sono segnati in base a quello schema. Quindi, è possibile confondere una data, riferendosi a un giorno dell’Utc e non a una data del calendario. In secondo luogo, verso la fine della missione, parlavo con l’equipaggio di diverse crisi sulla terra e ricordando quelle conversazioni ho fatto un po’ di confusione. Ricordando quei fatti, ho collegato la pandemia di covid al primo di quei ricordi. A bordo della Iss abbiamo saputo della pandemia insieme al resto del mondo, quando ne parlarono i media. Questo è facilmente verificabile, perché a bordo della Iss le comunicazioni con la Terra sono soggette al Freedom of information act, una legge che richiede trasparenza totale e tutte le comunicazioni sono registrate e non è possibile ricevere informazioni riservate. In ogni caso, l’idea che noi fossimo stati avvisati prima è confutata dai fatti: le operazioni per il ritorno sulla Terra della nostra missione si sono svolte senza precauzioni particolari. Viceversa, l’equipaggio sarebbe stato posto in quarantena per evitare rischi di contagio”.
Parmitano, quindi si è scusato per l’errore che ha portato a conseguenze impreviste e se ne è assunto tutte le responsabilità.
AstroLuca ha concluso la sua ultima missione nello spazio lo scorso 6 febbraio, quando ancora l’epidemia di coronavirus sembrava un problema soltanto cinese, dopo una permanenza in orbita di oltre sei mesi; ha comandato la missione Expedition 61, primo italiano della storia, e ha stabilito il record europeo di permanenza extraveicolare, le missioni fuori dalla stazione Iss, le cosiddette passeggiate nello spazio.

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