La procura di Palermo ha aperto un’inchiesta su un bimbo nato morto all’ospedale di Partinico. La mamma di 25 anni era stata ricoverata e tenuta sotto osservazione in attesa di partorire, ma quando i medici dell’ospedale di Partinico hanno deciso di effettuare un parto cesareo, il cuore del piccolo che portava in grembo aveva già smesso di battere.
Mercoledì sarà disposta l’autopsia. Alcuni componenti dell’équipe medica che hanno assistito al parto sono stati iscritti nel registro degli indagati. Un atto dovuto per consentire lo svolgimento dell’autopsia sul piccolo. La cartella clinica della donna di Partinico è stata sequestrata dai carabinieri, che adesso dovranno accertare le cause del decesso del neonato.
“L’Asp ha attivato una commissione d’indagine rischio clinico – fa sapere in una nota l’azienda sanitaria provinciale di Palermo – che ha già effettuato un audit con gli operatori coinvolti per verificare percorsi e procedure adottate”.
L’ospedale di Partinico è già da tempo al centro di varie polemiche di natura diversa. Dopo essere stato covid hospital è tornato alla normaloità e adesso si parla di ridimensionamento ma l’Asp nega.
“La riduzione dei posti letto all’Ospedale di Partinico, così come in tutti gli altri Ospedali dell’Asp di Palermo, è determinata dall’applicazione delle misure anti-Covid che impongono, tra l’altro, il rigoroso rispetto del distanziamento interpersonale” ribadisce l’Azienda sanitaria del capoluogo che respinge le accuse su un ridimensionamento del nosocomio.
“L’attività – spiegano dalla Direzione aziendale – viene svolta così come avveniva in passato, rimodulandola alle nuove esigenze imposte dall’emergenza Coronavirus. Rispettiamo le istanze che provengono dal territorio, ma è doveroso riportare il dibattito sulla realtà dei numeri. Non è vero che a Partinico non ci si può curare e non è vero che i pazienti vengono trasferiti altrove per essere assistiti”.
La direzione aziendale dell’Asp ha preso in esame i dati di giugno, luglio, agosto e settembre (fino a giorno 15) del 2020 confrontandoli con quelli degli stessi mesi dell’anno precedente.
“A fronte di una riduzione dei posti letto, come detto per le norme anti-covid – spiegano dall’Asp di Palermo – è rimasta immutata la percentuale di pazienti trasferiti in altre strutture ospedaliere: il 16%, cioè uguale a quella del 2019. E’, invece, aumentata la percentuale dei ricoveri all’Ospedale di Partinico dei pazienti che sono arrivati al Pronto soccorso dello stesso ospedale, passando dal 7,5% del 2019 all’8,2% di quest’anno. Per quanto riguarda, inoltre, le prestazioni ambulatoriali, l’attività è ripresa a Partinico con modalità e protocolli uguali a tutte le altre strutture dell’Asp, che si sono dovute necessariamente e doverosamente adeguare alle misure anti-covid”.
L’Ospedale di Partinico, tra l’altro, ha potuto contare su un potenziamento delle risorse umane con una dotazione di personale maggiore rispetto al passato: erano 263 le unità di personale in servizio nell’era pre-covid, rispetto ai 270 di adesso.
“Abbiamo l’impressione – conclude il Direttore generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni – che si voglia a tutti i costi far passare una prospettiva della questione che non coincide con il dato della realtà. Non se ne conoscono le ragioni: forse le dinamiche di cambiamento a cui è stato sottoposto il Presidio hanno stressato psicologicamente alcuni, più della stessa organizzazione ospedaliera che, alla riapertura, ha saputo fare di più e meglio di quanto aveva posto in essere nello stesso periodo dell’anno precedente, quando l’emergenza Coronavirus non aveva segnato le nostre vite”.
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