Si celebra oggi la Santa Pasqua, festa religiosa in cui i cristiani rievocano la morte e la risurrezione di Gesù Cristo.
Si tratta di una importante commemorazione di carattere anche storico, che riassume i più importanti eventi degli ultimi giorni della vita di Gesù.

La celebrazione solenne della Pasqua, le ricreazioni drammatiche della sofferenza, della morte e la gioia della Risurrezione di Cristo viene celebrata in Sicilia, sia nelle grandi città e che nei piccoli villaggi, con processioni che si snodano attraverso le strette vie e piazze.

A Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, gli abitanti indossano gli abiti tradizionali del XV secolo e vengono dipinte di rosso le uova. Dopo la Messa si svolge la processione del Sacro Velo, un pezzo di stoffa in cui i credenti possono rappresentare il volto di Cristo.

A San Martino delle Scale, un piccolo villaggio nascosto tra le montagne appena dietro Palermo, il Lunedì di Pasqua, i monaci del monastero benedettino celebrano la Pasqua e l’arrivo della primavera liberando gli uccelli ospitati durante l’inverno in una grande voliera appositamente costruita. La loro liberazione è una tradizione che risale a oltre 300 anni.

A Prizzi, sulle colline a sud di Palermo, nella Domenica di Pasqua, si svolge la cosiddetta “Danza dei Diavoli”. Vestiti di rosso e nero, completi di corna e nasi grotteschi, i ‘diavoli’ limitano i passanti ad acquistare le bevande (una metafora per rubare le loro anime). Nella lotta che ne consegue tra il bene e il male, sono Cristo e la Madonna che trionfano. Durante i festeggiamenti successivi i diavoli sono “costretti” a prendere da bere e in cannateddi, un dolce tipico pasquale, viene gratuitamente distribuito.

Ad Adrano, a sud-ovest fianchi del Monte Etna, il trionfo del bene sul male viene celebrato con la “Diavolata”. Nella piazza centrale, viene allestito un palco e diviso in due parti: una dedicata all’Inferno, abitata dal diavolo e cinque demoni, e l’altro al cielo. La Diavolata è, in effetti, un gioco in cui un angelo combatte contro il Diavolo, cercando di fargli pronunciare le parole “Viva Maria”.

A Modica, città barocca del Ragusano, la Domenica di Pasqua si caratterizza per la solenne processione della “Madonna Vasa Vasa”. Una statua della Madonna viene portata in giro per la città prima di arrivare a Piazza San Domenico dove incontra una statua di Gesù e lo bacia in un commovente saluto tra madre e figlio.

Anche ad Enna La domenica di Pasqua si ha l’incontro tra la Madonna ed il figlio risorto.

La “festa degli schetti” di Terrasini, bellissima località di mare a pochi chilometri da Palermo, prevede che alcuni giovani del paese nel giorno di Pasqua sollevino un albero addobbato con fiocchi colorati e lo portino per le vie principali del paese fino al balcone della donna amata, perché lei possa staccarne un ramo e accettare d’essere sposa. Questa festa rimanda alla fertilità della donna e quindi anche propiziatoria di prosperità.

A Ribera, nell’Agrigentino, il giorno di Pasqua ha luogo la manifestazione dell’“incontro” tra Cristo risorto, la Madonna con la partecipazione dell’Arcangelo Michele cui è affidato il compito di annunziare la Resurrezione del Cristo alla Madre. La statua del Cristo è addobbata con fiori, fave verdi e nastri colorati, e la Madonna indossa un abito celeste sotto quello nero del lutto. L’incontro tra Madre e Figlio avviene a mezzogiorno; la Madonna si libera del manto del lutto, lasciando alla vista il sottostante manto azzurro.

A Comiso, attraverso l’incontro la Madonna raccoglie insieme al Figlio tutta l’Umanità in un simbolico abbraccio, che riporta la pace. E proprio “’a paci” si chiama a Comiso il rituale incontro tra il Cristo e la Madonna, la Domenica di Pasqua. La processione prevede la presenza del simulacro del Cristo Risorto e quello della Madonna Annunziata, ai cui piedi stanno bambini vestiti di angioletti che intonano l’Alleluia.

Altra singolare manifestazione ha luogo a Scicli dove si svolge la Domenica di Pasqua la Processione dell’”Uomo vivo” cioè del Cristo risorto detto anche “u Gioia”.

Come tutte le festività, la Pasqua si celebra anche a tavola con pietanze particolari rievocative della ricorrenza.
Protagonista della tavola è la carne di agnello, che viene cucinata secondo le diverse tradizioni locali.
‘U sciuscieddu’ è una tipica minestra messinese, ma comunque d’origine francese, preparata per celebrare anche in cucina la festività della Pasqua. Si prepara con il brodo di carne o di pollo, la carne di vitello tritata, la ricotta e le uova.

Il tegame pasquale di Aragona, nell’Agrigentino, è un elaborato primo piatto pasquale. Si prepara con i rigatoni, la tuma, il pecorino e le uova.

A Ragusa si cucina l’impanata pasquale. La base di questa pietanza è la pasta di pane che può contenere ripieni diversi.
Un particolare tipo di focaccia preparata per la Pasqua è i “ù pastieri”.

Una ricetta pasquale particolare adatta per i palati forti è quella dei “turciniuna”.
La ricetta prevede come ingredienti: budella ovine, cipolla, olio, cipolletta, aglio, prezzemolo, sale, pepe e limone.

Una ricetta siracusana preparata per le festività importanti come la Pasqua o il Natale è la gallina col riso.

Il pane, il simbolo della millenaria tradizione agricola siciliana, assume un ruolo preponderante nella tavola pasquale siciliana essendo considerato non solo una pietanza semplice, ma anche assumendo un ruolo votivo imprescindibile.

Ampio spazio è dedicato ai dolci: agnellini di pasta di zucchero o marzapane e poi ‘i cuddura cu l’uova’, un biscotto modellabile di diverse forme cucinato con le uova sode.

Articoli correlati