“Non mi è ben chiaro come sia stato possibile che una progettazione, iniziata nel ’97, sia terminata nel 2016″. Così la vice presidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta, commenta l’approvazione di una delibera, proposta dall’assessore Emilio Arcuri e approvata dal Consiglio comunale in pochi minuti, relativa a un progetto affidato diciannove anni fa ad alcuni professionisti, relativo all’eliminazione degli scarichi fognari nel canale Passo di Rigano.

“L’atto è stato approvato senza un dibattito e un approfondimento che consentissero di analizzarne alcune criticità – sottolinea Nadia Spallitta. – Ritengo che sia indispensabile l’intervento della Corte dei Conti di fronte a ritardi sia in riferimento ai contenziosi, soprattutto delle aziende partecipate, che in riferimento alle attività, anche fondamentali, dell’Amministrazione comunale”.

Tra l’altro il progetto che nel ’97 aveva costi contenuti e in lire, nel 2016, ovviamente con un aggravio della spesa a mio avviso inaccettabile, – continua la vice presidente vicaria di Sala delle Lapidi – costi 10 milioni di euro di cui: 100 mila circa per la progettazione definitiva, 380 mila euro per la progettazione esecutiva, 130 mila per le consulenze geologiche, 140 mila per la sicurezza e inoltre circa 200 mila per le espropriazioni. L’iter di questo progetto è stato piuttosto complesso e presenterò un’interrogazione per capire, ad esempio, come mai sia stato conferito, e poi confermato, un incarico di progettazione che non era previsto dal Piano regolatore; come sia stato dato, e poi confermato, un incarico di progettazione, se è vero come sembrerebbe dagli atti che i 10 milioni di euro siano stati stanziati solo nel 2012 con una delibera Cipe (e poi confermati nel 2014 con provvedimento del Ministero dell’Ambiente); come mai l’Amministrazione non abbia ritenuto di accertare eventuali responsabilità nell’enorme ritardo della progettazione in capo ai professionisti esterni o agli stessi uffici comunali”.

Sembrerebbe infatti che il progetto sia stato rielaborato più volte in questi vent’anni durante i quali, per altro, sono mutati leggi e i prezziari. Più precisamente sembrerebbe che nel 2002 l’ufficio del Genio civile abbia restituito il progetto senza rilasciare l’approvazione tecnica. Ugualmente, nel 2012, la conferenza speciale dei servizi, trattandosi di opere idrauliche, ha chiesto ulteriori aggiornamenti, verifiche e indagini. Ancora nel 2013, sono stati richiesti chiarimenti e informazioni sul progetto definitivo e solo nel 2015 è stata rilasciata l’autorizzazione dall’ufficio del Genio civile. “Infine – sostiene la Spallitta – trovo singolare che ancora oggi l’Amministrazione proponga varianti urbanistiche piuttosto che avviare in Consiglio la discussione sul nuovo Piano regolatore.

Inoltre, risale a pochi giorni fa la notizia di un ritardo nel contenzioso per il mancato pagamento di poche centinaia di migliaia delle vecchie lire per un trattamento economico di circa 25 lavoratori dell’Amat che, iniziato nel 1991, si è definito nel 2015 con una condanna che obbligherà l’Amat a pagare 3 milioni di euro circa, comprensivi di interessi e rivalutazioni maturati negli anni.