La Cassazione ha confermato le condanne per 18 tra funzionari della Motorizzazione civile e titolari di scuole guida e di agenzie di disbrigo pratiche coinvolti in un’indagine su ‘patenti facili’ a Palermo.
Per altri quattro imputati i giudici hanno deciso l’annullamento per una irregolarità procedurale.
La pena più pesante – otto anni e nove mesi – è stata confermata per Antonino Nobile, il funzionario della Motorizzazione accusato di essere il perno di un sistema di corruzione.
Avrebbe agevolato i candidati e accelerato le pratiche per il rilascio dei documenti di guida. In cambio avrebbe ricevuto tangenti, ma Nobile ha sempre negato di avere incassato denaro o altre “regalie”. L’inchiesta si è sviluppata in due momenti, tra il 2009 e il 2011.
Tra un’operazione e l’altra, coordinate dalla Procura, furono arrestate 51 persone: alcuni funzionari della Motorizzazione, tutti gli altri operatori di agenzie.
Gli episodi ricostruiti dagli investigatori sono 122 ma per alcuni capi di imputazione, tra cui l’associazione per delinquere, è scattata la prescrizione. Alcuni imputati hanno scelto il patteggiamento, altri il rito abbreviato, 22 il rito ordinario. Ora la Cassazione ha definito l’ultimo filone processuale con la conferma di 19 condanne e tre annullamenti.
“Vado a costituirmi, ma finisco in carcere da innocente”. Continua a respingere l’accusa di corruzione il funzionario della Motorizzazione civile di Palermo, Antonino Nobile, condannato a otto anni e nove mesi nel processo per le ‘patenti facili’ a Palermo. Nobile, 60 anni, era stato arrestato nel 2009 e dopo essere stato rimesso in libertà era tornato in carcere nel 2011.
Secondo la Procura, sarebbe la figura centrale dell’inchiesta e il terminale di un giro di tangenti che servivano a facilitare il rilascio delle patenti.
La tesi è stata condivisa dalla Cassazione che ora ha confermato, oltre alle condanne, l’impianto del processo.
“Non ho mai preso un centesimo – dice Nobile al telefono poco prima di costituirsi – e anzi mi sono comportato come un funzionario efficiente: le pratiche a me affidate venivano chiuse nei tempi giusti e soprattutto in modo regolare. Se acceleravo le procedure era un merito. Ma una cosa è certa: non ho mai preso né oboli né regalie”.
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