L’estratto di ruolo, il prospetto di tutte le cartelle esattoriali da pagare, è impugnabile da parte di imprese e professionisti che dichiarino il loro semplice potenziale interesse a partecipare a gare di appalto indette dalla pubblica amministrazione. A stabilirlo è stata la Corte di Giustizia tributaria di primo grado di Palermo in un giudizio promosso di un architetto difeso dagli avvocati tributaristi Alessandro Dagnino, Andrea Bellafiore e Rita Purpura, dello studio legale Lexia.

I giudici tributari hanno così annullato 18 cartelle, rispetto alle originarie 21 dal valore di 67mila euro, eliminando una parte della pretesa tributaria per 40mila euro.

Con una riforma del 2021 l’estratto di ruolo non è più impugnabile salvo che per alcune eccezioni. Una di esse è quella per cui il prospetto diventa impugnabile se dalla pendenza di debiti esattoriali deriva l’esclusione dalla partecipazione a una procedura d’appalto in base alla normativa sui contratti pubblici.

Per il collegio, formato dai giudici Gaetano La Barbera (presidente), Daniela Galazzi (relatore) e Calogero Ferrara (componente), la circostanza che il ricorrente svolge un’attività economica che potrebbe portarlo a contrarre con gli enti pubblici è sufficiente per radicare l’interesse a impugnare.

Questa possibilità, provata dalla difesa del professionista, ha reso dunque impugnabile l’estratto di ruolo con l’annullamento di tutte le pretese che non sono state mai correttamente notificate.

“La decisione dei giudici tributari – spiega l’avvocato Dagnino – è di forte interesse perché permette a tutti gli imprenditori e i professionisti che hanno un potenziale interesse a partecipare alle gare di appalto la possibilità di impugnare gli estratti di ruolo con le conseguenze positive che posso discendere dall’annullamento di tutte le cartelle non dovute poiché illegittime”.