Un’iniziativa a sostegno della comunità scolastica della V Circoscrizione: questo è lo spirito con il quale gli iscritti all’associazione “Basta Volerlo”, composta interamente da percettori del reddito di cittadinanza, ha deciso di spendere le proprie energie presso l’istituto comprensivo “Luigi Capuana” di via Alessio Narbone, a Palermo. I componenti del gruppo hanno piantumato alcune piante per adornare il giardino della scuola, in occasione della 27^ edizione di “Panormus-adotta un monumento”.

Grasso: “Riforma RdC danneggia cittadini del Sud”

Stiamo dando una mano all’istituto Capuana stiamo aiutando a piantumare delle piante e delle aiuole all’interno degli spazi del plesso“, ha commentato il presidente Davide Grasso, sottolineando l’importanza di simili gesti anche alla luce dei prossimi cambiamenti che interesseranno il reddito di cittadinanza. “Da settembre, coloro i quali percepiscono il sussidio e rientrano nella categoria degli “occupabili”, ovvero soggetti che hanno un’età dai 18 ai 59 anni, vedranno un netto decurtamento del sussidio, scendendo ad una media di 350 euro al mese. E’ una modifica che va a penalizzare soprattutto il Sud e la Sicilia. Il 73% dei percettori vive nel Meridione. Non è una riforma che colpisce allo stesso modo l’intero paese, bensì danneggia la dignità sociale dei siciliani”.

La testimonianza

Un mondo, quello dei percettori del reddito di cittadinanza, che investe una pluralità di soggetti, ognuno con le proprie istanze. Come Donatella Alfano, percettrice del sussidio e componente dell’associazione. “Ho lavorato a Milano per oltre vent’anni. Oggi mi ritrovo qui nella mia terra, dove sono scesa per motivi personali, senza nessun tipo di aiuto effettivo da parte del Governo. Noi vogliamo lavorare. In assenza di ciò, lo Stato ci deve garantire. Non ci possono togliere la dignità”.

La signora poi fà una parentesi sugli insulti che girano all’interno dei social network, rivolti proprio ai percettori del sussidio. “Ce ne hanno dette di tutti i colori. Parole che non sono soltanto offensive, ma colpiscono perchè la povertà viene percepita come un qualcosa di discriminante. Noi non siamo parassiti. Abbiamo volontà di lavorare ma  non abbiamo avuto la possibilità, a cinquant’anni, di reintegrarci nel mondo del lavoro. Non ci possono abbandonare in questo modo”.