Occupabili. Ma il lavoro dov’è?“: questo è il titolo di alcuni volantini distribuiti da una delegazione di percettori del reddito di cittadinanza a Palermo. I componenti dell’associazione “Basta Volerlo” hanno infatti organizzato un banchetto in via Generale Magliocco per raccogliere delle firme contro il MIA, il nuovo sussidio introdotto dal Governo Meloni e che dovrebbe andare progressivamente a sostituire proprio il reddito di cittadinanza. Decisione sulla quale i manifestanti non ci stanno, annunciando un nuovo presidio sotto l’assessorato al Lavoro di via Trinacria per giovedì 23 marzo.

“Questo Governo sta facendo acqua da tutte le parti – dice Davide Grasso, presidente dell’associazione -. Intanto aveva detto al suo elettorale che non avrebbe più dato sussidi alla gente. In realtà, sta facendo l’opposto. Sta dando un sussidio che equivale ad un’elemosina. Danno soltanto 375 euro con l’inflazione galoppante, con i prezzi dei beni necessari che aumetano. Come fa una persona a pagare le bollette e, per giunta, a pagarsi l’affitto, visto che la carta MIA non copre tali costi”.

La raccolta firme contro il MIA

Percettori reddito Palermo, raccolta firme contro il MIA

 

Una decina di percettori del reddito di cittadinanza si sono dati appuntamento fra le strade del centro di Palermo. Per tutto l’arco della mattinata, il gruppo dell’associazione “Basta Volerlo” ha distribuito materiale informativo, cercando di convincere i passanti a firmare la loro proposta. Un’azione civica che segue alle numerose proteste del gruppo di percettori. Fra queste anche il presidio condotto a Roma nel mese di febbraio. “Stiamo facendo questa raccolta firme perchè vogliamo mandare un segnale forte al Governo e alla Regione Siciliana – dichiara Tony Guarino, membro dell’associazione “Basta Volerlo” -. Giorno 23 marzo faremo una nuova manifestazione sotto l’assessorato al Lavoro. Vogliamo essere ricevuti perchè la misura MIA renderà ancora più povere le persone. E’ una vergogna. Non ci stiamo. Questo Governo sta esclusivamente facendo la guerra ai poveri”.

Richieste che derivano, inoltre, dalla mancanza di risposte da parte del governo nazionale e regionale. “Quando abbiamo fatto la riunione a Palazzo Orleans, il presidente Schifani ha semplicemente allargato le braccia. Avevamo fatto la proposta di aprire due cooperative sociali destinate ai percettori del reddito di cittadinanza, ma ci è stato risposto che non c’erano i fondi. Dopo quindici giorni però, all’Ars si sono aumentati gli stipendi di quasi 1000 euro a testa. Questo è vergognoso. E’ continuare a fare la guerra ai siciliani. Proprio per questo continueremo a dare battaglia”.

 

 

 

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