Gli ispettori pesca della capitaneria di porto di Palermo hanno sequestrato circa 2.100 metri di reti da pesca illegali nei pressi di uno scarico nel porto, con circa 60 chili di pesce, che dopo la valutazione da parte del servizio medico veterinario dell’Asp 6 di Palermo, sono stati giudicati non idonei al consumo alimentate e distrutti. Tutta l’attrezzatura non regolamentare è stata sequestrata.

Controlli proseguiti tra commercianti, multe e sequestri

I controlli sono proseguiti anche tra i commercianti che offrono ai consumatori dei prodotti non tracciati che non garantiscono i necessari requisiti di sicurezza igienico-sanitaria e di salubrità. Ad un ambulante è stata elevata una sanzione di 1500 euro e sequestrati 20 chili di prodotti ittici che è stato sequestrato e donato dopo la valutazione dei veterinari ad un ente benefico.

Nel corso di un controllo in un ristorante etnico, nel quale sono state riscontrate delle violazioni in materia di rintracciabilità degli alimenti al titolare del ristorante è stata elevata una sanzione di 1500 euro e sequestrato 150 chili di pesce non commestibile e distrutto in discarica.

Pesce non commestibile, scatta il sequestro a Trapani

Pochi giorni fa, 30 chili di pesce di dubbia provenienza, persino non commestibile è stato sequestrato dai carabinieri della motovedetta CC 811 “Pignatelli” di Trapani. Hanno eseguito una mirata attività di polizia marittima a terra per il contrasto dell’illegalità nel settore della pesca e alla tutela della salute dei cittadini.

Nel corso dei controlli, i carabinieri hanno sanzionato un trapanese di 27 anni che, al momento del controllo, deteneva all’interno della cella frigo di un locale circa 30 chili di prodotti ittici sprovvisti delle informazioni minime obbligatorie. Ovviamente tutto questo in violazione della normativa sulla tracciabilità, come confermato anche da personale dell’Asp.

Per questo motivo l’intero quantitativo di merce è stato sottoposto a sequestro finalizzato alla confisca. Il pescato sarà poi distrutto in quanto ritenuto non idoneo al consumo. All’uomo è stata elevata una sanzione di 1.500 euro.