Ignazio Ricotta, 38 anni, pescivendolo di Brancaccio, accusato di usura è stato rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Palermo. La prima udienza si terrà il 21 ottobre.

Ricotta è stato arrestato lo scorso anno dai finanzieri del Nucleo di Polizia economica e finanziaria di Palermo. A loro si era rivolto il ristoratore eroe, assistito dall’avvocato Fabio Bognanni, che si era rifiutato di pagare e si è liberato dalla trappola dell’usura.

Ricotta inizialmente era venuto in soccorso del ristoratore prestandogli 13 mila euro. Le banche gli avevano chiuso ogni credito e la vittima aveva trovato in Ricotta un aiuto. Un amico che gli forniva il pesce e che aveva carpito le sue difficoltà.

Gli presta i soldi per proseguire l’attività del nuovo ristorante. Quando il ristoratore salda il debito, Ricotta lo avverte che i soldi non bastano.

Pretende molto di più. Il debito sale ad ogni scadenza fino all’ultima richiesta: per mettere a posto le cose vuole la villetta che il ristoratore possiede a Mazara del Vallo.

Il coraggioso ristoratore si rivolge ai finanzieri che organizzano la trappola per Ricotta con tanto di registrazione delle sue minacce.