Cresce l’apprensione relativa all’iter del piano di riequilibrio del Comune di Palermo. Le notizie che arrivano da Roma non sono di certo confortanti. Secondo quanto riferito in conferenza stampa dai consiglieri di “Oso”, +Europa-Azione ed Italia Viva, l’Amministrazione cittadina rischia di ricevere otto milioni di euro in meno rispetto ai 188 previsti. Soldi che, logicamente, dovranno essere compensati con ulteriori sacrifici per la cittadinanza, che sarà chiamata a sostenere un salasso vincolante per i prossimi vent’anni. La voce che potrebbe subire ulteriori ritocchi è quella dell’addizionale Irpef, già raddoppiata nell’attuale previsione normativa. Contribuenti ed aziende già tremano: un’ulteriore aumento potrebbe essere la mazzata definitiva ad un tessuto economico massacrato da anni di crisi economica e di pandemia.

Le clausole di salvaguardia

Un via libera, quello ottenuto dal piano di riequilibrio, decisamente sofferto. Il nodo cruciale dell’atto, il cosiddetto “emendamento Evola”, è passato per un solo voto di differenza. Fatto che ha causato mille polemiche all’interno delle opposizioni (oggi maggioranza numerica a Sala delle Lapidi), in particolare fra le compagini del centrodestra. Una decisione difficile, nella quale i consiglieri comunali hanno dovuto scegliere fra un possibile dissesto o una manovra lacrime e sangue che segnerà il futuro dei palermitani.

La scelta è ricaduta sulla seconda opzione. Approvazione di un documento che prevede al suo interno un Irpef raddoppiata, tariffari aumentati, previsioni d’incrementare il numero di multe inflitte e la capacità di riscossione dei crediti. Un salasso sulle spalle dei cittadini del capoluogo siciliano, affiancato da previsioni decisamente ottimistiche da parte dell’Amministrazione, in particolare sui futuri tassi di riscossione. Forse troppo. Tanto da far propendere il ragioniere generale, secondo quanto riferisce il consigliere Forello in conferenza stampa, verso la previsione di alcune clausole di salvaguardia. Ma cosa succederà nel caso in cui uno degli elementi ipotizzati all’interno dell’atto non venga raggiunto? Le mancate entrate dovranno essere bilanciate con un rincaro ulteriore dell’addizionale Irpef.

“Meno fondi da Roma e tassi di risccosione sballati”

Esatto, l’Irpef: la stessa fiscalità che, già dalle previsioni del piano di riequilibrio, comportava una botta da 548 milioni di euro in vent’anni. Somma che, nell’assetto originale del documento, prevedeva un aumento di coefficiente vertiginoso dell’1,56 per il 2022 e dell’1,73 per il 2023. Tradotto: 49 milioni di euro di aumenti nel 2022 e 59 milioni di euro per il 2023. Ma, come dicevamo sopra, questo potrebbe non bastare.  A spiegare il perchè il consigliere comunale del gruppo “Oso” Ugo Forello.

“I conti non tornano. Con questo accordo da sottoscrivere con il Governo nazionale, la nostra città rischia di perdere la propria dignità. Bisogna intervenire. Il piano di riequilibrio fa acqua da tutte le parti. E’ previsto un ammancano di otto milioni di euro. E poi le previsioni dei tassi di riscossione, come preannunciato, sono sbagliate. Si prevedono ulteriori rincari per il 2022, 2023 e 2024 dell’addizionale Irpef”.

La percentuale di riscossione dei crediti

Quello della percentuale di riscossione dei crediti del Comune di Palermo rappresenta un punto focale della manovra. Attualmente, l’Amministrazione Comunale riesce a recuperare circa il 40-45% delle somme vantate verso i privati. Una condizione che ha creato un sovraccreditamento delle finanze di Palazzo delle Aquile, con relativo aumento degli accantonamenti nel fondo dei crediti di dubbia esigibilità. In pratica il Comune vanta crediti sulla carta che non incassa. L’obiettivo della Giunta Orlando è quindi elevare la percentuale di introiti tributari. Ma è il dato a lasciare alcuni dubbi. Il Comune punta infatti ad alzare la percentuale al 75-78%, molto di più del 59% della media nazionale. Percentuali ambiziose che l’Amministrazione conta di raggiungere attraverso una riorganizzazione degli uffici. Elemento che però rimarrà bloccato fino all’approvazione dei bilanci di previsione 21-23 (commissariato) e 22-24.

Ulteriori aumenti dell’Irpef e la questione multe

Percentuali che, in questo modo, rischiano di sfiorare addirittura il 2×1000 di coefficiente o, addirittura, di superarlo. Se l’opinione espressa dagli esponenti dell’asse centrista trovasse fondamento, si parlerebbe di un aumento ulteriore dell’Irpef di un milione di euro all’anno sul biennio 2022-23. Insomma, il conto si fa sempre più salato. E rischia di esserlo ancora di più, come sottolineato durante la conferenza stampa di venerdì 11 febbraio dal consigliere di +Europa Fabrizio Ferrandelli. L’esponente centrista sottolinea il cortocircuito che potrebbe derivare anche da un altro aspetto importante del piano di riequilibrio, ovvero l’aumento degli incassi derivati dalle multe. Un potenziamento delle entrate che potrebbe permettere di recuperare al Comune di Palermo 23,5 milioni in più nel 2022 e ulteriori 5,9 milioni in più nel 2023.

A tal proposito va evidenziato che, all’interno del piano di riequilibrio, gli uffici avevano sottolineato “l’incidenza positiva dell’avvio, dal 13/09/2021, dei controlli sugli accessi abusivi in ZTL. Questo a seguito dell’implementazione del numero di telecamere (da 5 a 31) poste su tutti gli accessi del perimetro. Dal monitoraggio settimanale si è registrato un notevole incremento delle violazioni rilevate rispetto a quelle elevate fino al 30 agosto, passando da una media di 750 ad oltre 4500″.

Fatto sul quale Fabrizio Ferrandelli sembra decisamente pessimista. “Inviterei l’attenzione su un dato. L’Amministrazione pensa di incassare più soldi dalle multe. Ad oggi, su 54 milioni di euro di sanzioni emesse nel 2021, ne sono stati incassati soltanto sette. Conosco molta gente che, visti gli aumenti previsti, sta già sbrigando le pratiche per il cambio di residenza presso altra città. Questo è un piano di fallimento del Comune di Palermo”. Come nel caso del tasso di riscossione tributi, qualora l’Amministrazione non riesca a raggiungere gli introiti previsti, scatterebbe la clausola di salvaguardia e quindi un nuovo aumento dell’Irpef. Oltre a ciò, vi sarebbe il problema legato al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE), che richiederebbe nuovi accantonamenti di risorse. In poche parole, la condizione di sovraccreditamento alla base del piano di riequilibrio si aggraverebbe ancora di più.

Le altre voci del piano di riequilibrio

Incrementi che, qualora si manifesteranno, si andranno ad aggiungere a quelli già presenti nel piano di riequilibrio. ncrementi generalizzati e che riguarderanno la maggior parte dei servizi a domanda individuale ovvero quei servizi che eroga il comune su richiesta dei cittadini. Si va dai servizi cimiteriali agli asili, dagli impianti sportivi ai mercati. Aumenti che permetteranno di recuperare 190.000 euro dagli asili nido; 385.000 euro dagli impianti sportivi; 540.000 euro dalle mense scolastiche; 350.000 euro dal mercato ittico; 395.000 euro dal mercato ortofrutticolo; 372.000 euro dai musei; 2,8 milioni di euro dai servizi cimiteriali. Salasso a cui si aggiungerà il 36% del tasso di copertura e che porterà il complessivo ammontare degli aumenti a 7,6 milioni di euro.

Altro tema caldo riguarda l’aumento della tassa di soggiorno. Un’azione che, nelle previsioni dell’Amministrazione Comunale, “dovrebbe consentire di ottenere maggiori entrate, a regime (anno 2024) per € 1.125.517,50 su base annua”. Infine, rimane da affrontare la questione relativa alla cessione delle quote di minoranza di Gesap. L’Amministrazione ha deciso di fare una valutazione prudenziale, stimando il valore delle azioni societarie in base al patrimonio netto. Una quota valutata 22 milioni di euro e che dovrebbe essere sul mercato a partire dal 2025.

 

 

 

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