Nel talk online che Legambiente Sicilia ha organizzato sul Piano regionale amianto, sono stati offerti diversi spunti di riflessione e presentate varie proposte dai partecipanti competenti nelle responsabilità di gestione degli interventi previsti dal Piano: Dipartimento della Protezione Civile, ARPA, Comuni. Nel Piano regionale amianto sono state accolte gran parte delle osservazioni e delle proposte di Legambiente presentate durante la procedura VAS.

Il Piano si rivela un importante strumento di pianificazione e programmazione degli interventi di rimozione, smaltimento e bonifica dei manufatti in cemento amianto, ma dovrà ancora affrontare diverse criticità importanti, quali il censimento e mappatura degli MCA ancora presenti nel territorio regionale, il fabbisogno finanziario, il coinvolgimento dei cittadini e delle categorie professionali e sociali, il contrasto agli abbandoni indiscriminati e illegali, l’individuazione dei siti di stoccaggio e dell’impianto di trasformazione.

“Adesso Regione e Comuni – dichiara Tommaso Castronovo, responsabile rifiuti ed economia circolare di Legambiente Sicilia – non hanno più alibi per intervenire efficacemente per rimuovere, smaltire e bonificare l’amianto presente in Sicilia. Abbiamo aspettato tanto dalla prima legge nazionale sull’amianto del 1992 e altri 6 anni dalla legge regionale 14 del 2010 per affrontare seriamente il problema dei rischi per la salute e l’ambiente derivante dall’esposizione alle fibre di amianto. Nel frattempo sono stati migliaia i morti dovuti all’asbestosi e molti di più quelli che si sono ammalati per avere inalato le fibre nei luoghi di lavoro (nelle fabbriche della Sacelit di Milazzo di eternit di Siracusa, o nei cantieri navali e ferroviari) e centinaia di migliaia di tonnellate i manufatti ritrovati dismessi e abbandonati illegalmente nel nostro territorio. I prossimi mesi e anni saranno cruciali per mettere in campo tutti quegli interventi per proteggere l’ambiente e la salute dei cittadini. Ricordiamo che proprio il patrimonio edilizio si potrà avvantaggiare dei consistenti interventi di riqualificazione grazie all’Ecobonus e al sisma bonus, e proprio negli edifici residenziali si stima siano presenti l’80 per cento dei siti contenti cemento amianto. È importante e prioritario, quindi, coinvolgere, informare e formare tutti i soggetti (amministratori di condominio, cittadini, le categorie professionali, sindacali e imprenditoriali) che saranno coinvolti negli interventi di riqualificazione edilizia per evitare che la rimozione degli MCA presenti possa essere un rischio per la salute dei lavoratori e per abita gli edifici ristrutturati”.

Legambiente Sicilia auspica che adesso il governo regionale consideri la questione amianto una priorità della propria azione politica.

Si legge ancora nella nota di Legambiente: “Sono del tutto insufficienti i 10 milioni previsti (ne occorrono 20 volte tante) e non spesi dalla legge regionale 10 del 2014 per supportare economicamente i comuni e cittadini alla rimozione e smaltimento degli MCA. È prioritario supportare le strutture dei comuni che dovrebbero censire e mappare le migliaia di siti contenenti MCA, realizzare i Piani comunali amianto ed intensificare i controlli del territorio, cosi come è necessario individuare siti dedicati allo stoccaggio e deposito dei MCA anche con celle dedicate all’interno delle discariche pubbliche, recuperando cave abbandonate, abbattendo in questo modo gli esosi costi di trasporto dell’amianto fuori regione”.

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