“Il Comune di Palermo non andrà in dissesto ma andranno in dissesto le imprese e le famiglie, che già da anni si sobbarcano il peso di un’economia fragile e le conseguenze della pandemia, e che per i prossimi 20 anni pagheranno le tasse più alte d’Italia in cambio dei servizi al cittadino peggiori”. Lo dice la presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio dopo l’approvazione in Consiglio Comunale del Piano di riequilibrio.

L’attacco alla politica e alla Giunta Orando

“Si va verso una crisi sociale ed economica ancora più grave – prosegue la Di Dio -. Chi ha permesso l’approvazione di questo Piano di riequilibrio si assuma responsabilità di ciò che è stato avallato: per privilegiare interessi politici ed elettoralistici è stato messo il cappio al collo di cittadini e imprese che pagheranno il conto di una gestione amministrativa fuori controllo, con ripercussioni anche più severe rispetto alla procedura di dissesto”.

“Speriamo nell’intervento di Roma”

“Ci auguriamo che a Roma, con l’intervento da parte dello Stato, nella contrattazione dell’accordo che dovrà seguire l’approvazione della delibera, si possano mitigare gli effetti di un Piano tanto scellerato che non può essere la soluzione migliore e affosserà ulteriormente le prospettive della città e delle sue forze produttive”.

Critici anche i sindacati

Sindacati sul piede di guerra dopo l’approvazione del piano di riequilibrio da parte del consiglio comunale di Palermo. La Fp Cgil “conferma lo stato di agitazione, con la richiesta ai lavoratori di non svolgere né mansioni superiori né mansioni inferiori, limitandosi esclusivamente a quella del livello contrattuale, fino a quando non si proceda con la trasformazione a tempo pieno di tutti i lavoratori (A-b-c-d) e la stabilizzazione dei 90 lsu rimasti”.

“E’ stato bello e servito il nuovo piano di Riequilibrio da noi definito di ‘Squilibrio Sintomatico’ del Comune di Palermo – denuncia il segretario responsabile territoriale dell’Ugl di Palermo Franco Fasola – per salvare dal dissesto la città sprofondata orami nella più totale anarchia dei servizi.” “Come era facile prevedere, dopo tante polemiche, il conto lo pagheranno sempre e solo i cittadini che dovranno pagare più tasse e che continueranno ad avere servizi inesistenti. Tutto questo è inaccettabile”, dice Luisella Lionti, segretario della Uil Sicilia e Area Vasta. “Famiglie e lavoratori, già in sofferenza per la pandemia, saranno costretti a ulteriori sacrifici con l’aumento dell’Irpef ma anche della Tari. La cosa più grave è però che l’amministrazione comunale continuerà a non fornire servizi essenziali, lasciando una città nel caos più totale”, prosegue.

“Si poteva scegliere fra il nero chiaro e il nero scuro nell’approvazione del piano di riequilibrio del Comune di Palermo. Ciò che ci preoccupa è la totale mancanza di una prospettiva futura, anzi, sul futuro si addensano le nebbie di conti in sofferenza e di stangate, come l’aumento dell’addizionale comunale Irpef, troppo pesanti da tollerare per le tasche delle famiglie palermitane, di lavoratori, pensionati e del tessuto imprenditoriale”. Così il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana, commenta il piano di riequilibrio del Comune di Palermo, approvato ieri sera. “Di tutte le tensioni politiche, di una maggioranza traballante improvvisata e variabile di una opposizione che non è riuscita a fare muro, a pagarne le conseguenze sono i contribuenti che si ritrovano con un salasso da oltre 500 milioni di euro da sopportare per vent’anni. Per non parlare di tutte le incertezze sui conti di Amat il cui riequilibrio è vincolato a tante condizioni, primo di tutto un nuovo contratto di servizio che possa dare certezze al futuro dell’azienda, e che resta sempre a rischio di dissesto”.
“Davanti a tutto questo – conclude La Piana – la cosa ancor più grave è che di futuro si parli solo in termini di indebitamento e non di strategie per il rilancio di questa città. I fondi del Pnrr attendono e sono una occasione da non sprecare, una ultima chiamata alla quale la città di Palermo, per il bene dei cittadini tutti, deve rispondere”.

Pioggia di aumenti… e polemiche

Una pioggia di aumenti alle tasse comunali che, già nell’immediato, infliggerà un grosso salasso alle tasche dei palermitani. Irpef raddoppiata, tariffari aumentati, previsioni d’incrementare il numero di multe inflitte e la capacità di riscossione dei crediti. Insomma, come previsto, a pagare il conto decisamente salato degli sprechi degli ultimi decenni saranno i cittadini.

Manovra “lacrime e sangue”

Il piano di riequilibrio approvato non senza polemiche, ieri a tarda sera dal consiglio comunale di Palermo, che dovrebbe salvare il capoluogo siciliano dal dissesto finanziario, costerà centinaia di euro alle famiglie palermitane.

Una manovra, quella presentata dalla giunta Orlando da sottoporre ancora al governo nazionale e alla Corte dei Conti, che sarà un pesante fardello e che peserà sulla città e sui suoi cittadini per i prossimi 20 anni. A partire dal salasso delle tasse, prima di tutte l’addizionale comune Irpef, per la quale è previsto dallo 0,8% del 2021 un aumento di coefficiente all’1,56% per il 2022 e all’1,73% per il 2023. Per fare un esempio, chi guadagna 50mila euro lordi lo scorso anno ha versato circa 400 euro, nel 2022 sarà costretto a sborsarne 800 circa. Secondo quanto previsto dal piano dell’amministrazione, soltanto con l’Irpef si avranno 49 milioni di euro di più nel 2022 e 59 milioni di euro per il 2023. Incremento di tutte le tariffe e la previsione di aumentare il numero di multe utili alle casse comunali e la speranza di essere più capaci di riscuotere i crediti. In questo momento, il Comune riesce a recuperare circa il 40-45% delle somme vantate verso i privati.

Dunque, il Comune ha tanti crediti che restano solo sulla carta e che non riesce ad incassare e l’obiettivo della giunta di arrivare al 75% a molti appare una pretesa eccessiva. Aumenti vertiginosi anche della Tari e delle tariffe che riguardano i servizi a domanda individuale: servizi cimiteriali, asili, impianti sportivi, mercati. Si prevede di recuperare 190.000 euro dagli asili nido; 385.000 euro dagli impianti sportivi; 540.000 euro dalle mense scolastiche; 350.000 euro dal mercato ittico; 395.000 euro dal mercato ortofrutticolo; 372.000 euro dai musei; 2,8 milioni di euro dai servizi cimiteriali.

Incremento anche per la tassa di soggiorno. Non saranno dimezzate circoscrizioni, ma si prevede la cessione dal 2025 delle quote di minoranza di Gesap, la partecipata del comune di Palermo che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino.

La posizione del sindaco Orlando: “Evitato il dissesto”

“Con l’approvazione ieri sera da parte dal Consiglio comunale del piano di riequilibrio economico-finanziario proposto dalla Giunta, si è evitato il dissesto e che potrà essere adesso occasione di riorganizzare la macchina comunale e di intensificare l’attività di lotta alla evasione fiscale”. Lo affermano il sindaco Leoluca Orlando e la Giunta comunale di Palermo.
“L’Amministrazione ha sviluppato un intenso dialogo e continuerà la sua interlocuzione con il Parlamento e con il Governo per definire le condizioni per fronteggiare una crisi di sistema che ha paralizzato centinaia di comuni siciliani e ha colpito grandi città come Torino, Napoli, Reggio Calabria e, da molti anni, Roma. – prosegue la nota – La città di Palermo, in collaborazione con gli altri comuni siciliani e dell’intero Paese, ha ottenuto nuove norme e l’erogazione di somme inserite nel decreto fiscale e nella legge di Bilancio dello Stato”.
“Risorse e norme che, sin dall’inizio, sono state espressione di una precisa volontà: – osserva la nota evitare il dissesto”. Il sindaco, a metà febbraio, “stipulerà un accordo con il presidente del Consiglio dei Ministri, previsto dalla legge di bilancio dello Stato, per meglio definire impegni dell’Amministrazione comunale e impegni del Governo nazionale per i prossimi anni”.

 

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