Una chiara e netta inversione di tendenza nell’anno delle elezioni per la finanziaria 2017. Dopo anni di lacrime e sangue, di tagli indiscriminati a tutto e a tutti, di guerre intestine e di finanziarie insufficienti a coprire le spese sulle quali si è tornato due, tre o anche quattro volte ogni anno, arriva la legge di stabilità della svolta.
La annuncia l’assessore regionale per l’economia Alessandro Baccei che non a caso sceglie La Repubblica, il giornale letto quasi esclusivamente dagli organismi di partito del Pd e dagli uomini di governo e sottogoverno, per snocciolare il documento che andrà a breve in giunta e che ancora non conosce nessuno nei dettagli, neanche le parti sociali (anche se un accenno lo hanno avuto).
Caso vuole che la finanziaria 2017 della Regione che torna ad essere una pioggia di soldi per tutti sia quella del 2017, l’anno delle elezioni alla regione, l’anno in cui si dovrà scegliere il nuovo presidente e la nuova assemblea a 70 deputati questa volta (venti in meno).
Così Baccei annuncia che si premierà il merito, si rinnoverà il contratto dei dipendenti regionali, si stabilizzeranno i precari. insomma si farà tutto quello che non si è potuto fare nei quattro anni precedenti, nel giro di pochi mesi.
Ed ecco le cifre snocciolate al giornale in edicola.
Cinque milioni di euro in Finanziaria serviranno a coprire i costi del rinnovo (e dunque degli aumenti) del contratto dei regionali, una pletora di 16mila dipendenti, 2500 dei quali dirigenti (seicento senza incarico dopo la revisione dell’impiego del personale). Gioiscono i regionali anche se non piace il sistema annunciato da Baccei ovvero la copia esatta del criterio utilizzato per il rinnovo degli statali.
Secondo punto i precari.
Qui Baccei si lascia andare ad una affermazione (nelle carte della bozza di finanziaria) che contrasta con quanto sta accadendo ovvero i comuni riceveranno dalla Regione un contributo pari al 1005 dello stipendio dei precari che impiegano. In realtà la legge in preparazione alla Funzione Pubblica prevede che confluiscano nella Resais che pagherebbe loro un contratto part time con fondi regionali e poi li distribuirebbe ai comuni che dovrebbero integrare lo stipendio in caso li usino per più ore rispetto al minimo di 18 settimanali (anche se per la maggior parte di loro l’impiego è da 30 ore con la copertura regionale dell’80%).
In fondo non è neanche un regalo visto che una sentenza della Corte di Giustizia Europea mette in condizione la Regione di dover risolvere il problema definitivamente. Ma allo studio, per i precari, c’è un finanziamento aggiuntivo che possa portare al copertura al 100% e questo darebbe respiro ai comuni e stabilità a questi lavoratori a tempo determinato ma ormai storici.
Capitolo tre, Formazione professionale.
Per la prima volta si parla di garantire tutti gli ottomila formatori grazie anche all’accordo con lo Stato. quattromila quelli che potranno essere impegnati direttamente (si sta ancora aspettando, però, un avvio che corsi che non si vede), tremila circa possono accedere al sistema di tutela sociale (naspi, cig e così via) e un migliaio si recupererebbero con un finanziamento aggiuntivo di 25 milioni regionali da affiancare, dal prossimo anno, ai fondi comunitari.
E poi risorse per i comuni in pre-dissesto, per Liberi Consorzi e città metropolitane, un investimento da 250 milioni di euro per l banda ultralarga con lavori già avviati in 140 comuni e un secondo lotto in avvio nel 2017 per concludersi nel 2019.
Dunque c’è un po’ di tutto ma adesso bisognerà comprendere cosa accadrà con i tanti appetiti territoriali, politici, e così via soprattutto quando in ballo c’è la battaglia per portare nei propri collegi elettorali qualcosa di spendibile al momento del voto con gli elettori. La battaglia ci sarà è forse sarà perfino peggior degli ultimi anni ma stavolta la torta sembra più ampia.
Insomma le vacche magre sono finite e i soldi son tornati a fluire per le vie siciliane. almeno nel 2017 elettorale
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