Una premialità di 400 milioni di euro per la Sanità dell’Isola. E’ quanto riconosciuto alla Regione, nei giorni scorsi, dal Tavolo composto dai rappresentanti dei ministeri dell’Economia e della Salute, che monitora l’andamento del Piano di rientro a cui la Sicilia è sottoposta.
Si tratta di fondi che sono stati ‘liberati’ in virtù degli obiettivi raggiunti nel 2019 dal governo Musumeci, relativamente al contenimento dei costi e al contestuale miglioramento nell’erogazione dei servizi sanitari.
Come spiega il ministero della Salute, infatti, i “Piani devono contenere sia le misure di riequilibrio del profilo erogativo dei Livelli essenziali di assistenza per renderle conformi con la programmazione nazionale e con il vigente decreto del presidente del Consiglio dei ministri di fissazione dei Lea, sia le misure per garantire l’equilibrio di bilancio sanitario”.
La comunicazione dell’assegnazione della premialità è avvenuta in occasione della periodica riunione di controllo del Piano a cui partecipano i delegati degli uffici ministeriali e quelli dell’assessorato regionale alla Salute.
“È un risultato – evidenzia con soddisfazione il presidente Nello Musumeci – che premia il percorso avviato dal governo regionale. Da un lato si prosegue con un’azione di risanamento dei conti pubblici, dall’altro si ottiene una premialità di centinaia di milioni di euro che potranno essere utilizzate per potenziare ancora di più il Sistema sanitario siciliano. Un plauso all’assessore alla Salute Ruggero Razza e ai suoi uffici per l’ottimo lavoro svolto e per il risultato raggiunto. Andiamo avanti”.
Appena a novembre scorso dal rapporto di Cittadinanza attiva risultava che la Sicilia era una delle nove regioni italiane dove i livelli essenziali di assistenza non sono garantiti ribadendo il risultato già reso noto nel 2017. L’indagine tracciava i contorni di un sistema sanitario frammentato. Per quanto riguarda l’erogazione dei Lea le Regioni che li garantiscono sono: Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche. Mentre, a 3 anni dalla sua approvazione, 4 regioni ancora non hanno recepito il Piano Nazionale Cronicità, mirato a migliorare l’assistenza a milioni di persone con patologie croniche: Basilicata, Campania, Sicilia e Sardegna. Quanto alla trasparenza sulle liste d’attesa, la Calabria non fornisce alcuna informazione; Campania, Sicilia ed Umbria rimandano ai siti web delle aziende sanitarie, senza fornire dati aggregati e comparabili. Un dato contestato dalla Regione perchè non aggiornato
Da novembre ad oggi, poi, molto è cambiato da ultimo anche per effetto della pandemia che ha costretto ad alcune accelerazioni. Adesso, comunque, questi fondi potranno essere spesi proprio per il miglioramento dei Lea
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