Arriva una buona notizia per i lavoratori agricoli siciliani al termine di un vertice tra sindacati e Inps che s’è tenuto nella sede dell’Istituto previdenziale a Palermo. “L’Inps impedirà che almeno 3 mila braccianti siciliani, impiegati dalle cosiddette cooperative senza terra, vivano ancora il paradosso di essere inquadrati come addetti al settore commercio. Fai-Flai-Uila Sicilia hanno vinto una battaglia di buon senso”, lo hanno dichiarato i segretari generali di Flai Cgil-Fai Cisl-Uila Uil Sicilia Tonino Russo, Pierluigi Manca e Nino Marino al termine del confronto con i vertici regionali dell’Inps.

L’incontro è stato programmato su richiesta delle organizzazioni sindacali. Per la Uila hanno partecipato alla riunione Nino Lombardo e Roberto Prestigiacomo. “Siamo intervenuti – spiegano gli esponenti sindacali – dopo che ci erano stati segnalati moltissimi casi di lavoratrici e lavoratori siciliani senza le dovute tutele assistenziali e previdenziali, quali ad esempio l‘indennità di disoccupazione e la stagionalità”.

In tal senso il direttore regionale dell’Inps, Sergio Saltalamacchia, ha sottolineato la necessità di applicare le norme in coerenza con le reali attività del lavoratore, al di là della natura giuridica dell’azienda che lo ingaggia. “L’Inps – hanno spiegato i due rappresentati dei braccianti agricoli – ha assunto l’impegno a contrastare fenomeni, diffusi, di danno contrattuale a spese dei braccianti. É stata evidenziata, inoltre, piena intesa sulla necessità di lottare l’evasione contributiva perpetrata da quelle coop-fantasma, cooperative senza terra sono, che creano fra l’altro pericolosi effetti di concorrenza sleale”.

I rappresentanti di Fai-Flai-Uila, inoltre, si sono detti “soddisfatti perché il direttore regionale dell’Inps ha confermato che le ispezioni nelle aziende sulle reali attività dei braccianti a libro-paga  saranno realizzate sentendo sempre e comunque i lavoratori interessati, non prescindendo mai dal loro diritto al contraddittorio”. “Altro risultato positivo del confronto – concludono i sindacalisti – è rappresentato dal fatto che l’Istituto previdenziale ha assicurato di voler rispettare le concessioni già assunte per il recupero rateale di ulteriori importi indebitamente percepiti dai lavoratori”.

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