Siamo onorati di avere Alamin nelle nostre liste per il rinnovo del consiglio comunale di Palermo. Quello che ci disgusta è il razzismo e la xenofobia a uso elettorale di tale Francesco Vozza, che apprendiamo essere candidato nella lista a sostegno della candidato sindaco La Vardera”. Così la lista di Sinistra Comune a proposito di un post pubblicato su Facebook dal candidato di Noi con Salvini, Francesco Vozza.

Nel post Vozza scrive “Se volete riempire #Palermo di #clandestini, allora votate ‘sto tizio e il suo amico #Orlando. Se, invece, volete bloccare l’#invasione e avere una città libera dalla #delinquenza, VOTATE ME”.

“Sui social, stamani – proseguono dalla lista – questo imitatore di Salvini si scaglia contro la nostra lista e contro il nostro candidato accusandoci di “voler riempire Palermo di clandestini” e usando parole spregevoli nei confronti di Alamin. Da mesi, ne è prova il suo diario social, Vozza alimenta con menzogne, disinformazione, pacchiana ignoranza una disgustosa campagna xenofoba e apertamente razzista, evidentemente sperando di conquistare qualche spazio e trafiletto utile per ottenere un briciolo di notorietà e racimolare qualche consenso elettorale”.

“Alamin, che oltre ad essere un nostro candidato è un lavoratore e un contribuente, ha tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà – aggiungono i portavoce di Sinistra Comune -. Per quanto ci riguarda procederemo a una denuncia in sede penale e civile contro Vozza con richiesta risarcimento economico da devolvere alle ong che giornalmente salvano vite nel canale di Sicilia”.

“È chiaro che rivolgerci alla giustizia con la prima denuncia politica in Sicilia per istigazione all’odio razziale non basta, almeno non politicamente – sottolineano – . Per questo crediamo che La Vardera debba assumersi la responsabilità politica del suo candidato e trarne le dovute conseguenze. Anche su questo tema, anche sulla scelta tra una città sicura nei diritti di tutti e di tutte e una città impaurita e respingente i palermitani e le palermitane dovranno esprimersi l’11 giugno. Palermo, città dell’accoglienza, è un modello per tutta l’Europa e, siamo sicuri, continuerà ad esserlo”.

Dice la sua il diretto interessato finito, suo malgrado nel vortice delle polemiche: “Da palermitano e italiano sono turbato da questo attacco razzista nei miei confronti – dice Md Alamin – Non pensavo che nella mia città potessero esistere simili forme di intolleranza. Di una cosa, però, sono convinto: che questo attacco razzista mi spinge ad andare avanti nella mia battaglia per i diritti di tutte e di tutti, anche di quelli che mostrano atteggiamenti di xenofobia che Palermo non merita”.

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