Ponte sullo Stretto, tre ipotesi al vaglio del governo nazionale. Lo ha detto a Casa Minutella il sottosegretario alle infrastrutture Giancarlo Cancelleri. La prima ipotesi consiste nel migliore soltanto l’attraversamento dinamico. In pratica un addio al Ponte con il rafforzamento dei collegamenti marittimi. Le altre due ipotesi, invece, prevedono la realizzazione dell’opera e differiscono rispetto alla tipologia progettuale.

Ponte sullo Stretto, tre ipotesi al vaglio del governo nazionale

Cancelleri spiega così le opzioni da valutare: “La seconda opzione è relativa al ponte ad una campata. In quel caso si tratterebbe di riprendere il vecchio progetto e rivederlo alla luce delle nuove normative. Sono passati quasi venti anni e quel progetto va rivisto, sono cambiate le leggi e ci sono nuovi materiali e nuove tecnologie”. La terza ipotesi è quella che prevede la realizzazione di un ponte a più campate. “Ci sarebbero due piloni all’interno del mare – spiega Cancelleri – ed è un’opera assolutamente fattibile. Non è fantascienza, sarebbe un’opera monumentale, un’opera di grande ingegneria ma certamente sarebbe anche un’opera che darebbe il senso alla ripartenza del nostro Paese”.

Ponte sullo Stretto, RFI e il progetto di fattibilità

I prossimi passi della politica sono così spiegati dal sottosegretario: “Il ministro Giovannini e il presidente Draghi hanno dato ufficialmente incarico a RFI di avviare l’identificazione della ditta che deve effettuare il progetto di fattibilità tecnico economico delle varie ipotesi che sono state messe in campo e valutate dalla commissione ministeriale”. Dopo questo passaggio, si passerà poi alle decisioni. I tempi dell’eventuale realizzazione sono una grande incognita. “Entro la fine di quest’anno avremo ovviamente un progetto di fattibilità al quale sempre per legge deve seguire il dibattito pubblico”, ha spiegato Cancelleri.

C’è la possibilità che l’iter venga accelerato. ” Il prossimo governo si potrebbe adoperare per una legge che faccia definire il Ponte un obiettivo speciale. Si potrebbe optare su quanto fatto per la ricostruzione del ponte di Genova dopo il crollo del Morandi.  In quel caso si bypassano parecchi orpelli burocratici e si arriva dritti alla costruzione. Potrebbe verificarsi una situazione del genere. In un’ottica di strategia nazionale si potrebbe pensare a una prassi del genere. Intanto vediamo cosa succede, c’è certamente un lavoro che sta andando avanti quindi non è vero che è tutto fermo.  Però, va anche compresi che si tratta di un’opera mastodontica, che potrebbe costare anche 10 miliardi di euro”.

Cancelleri, “Ponte cambierebbe vita degli italiani”

Per Cancelleri il Ponte “cambierebbe la vita non solo dei siciliani ma dell’Italia intera perché renderebbe il nostro Paese molto più forte dal punto di vista della competitività con l’Europa. Certamente ci metterebbe di fronte a grandi responsabilità sia per costruirlo, ma ancor prima per avviare un dibattito pubblico”.

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