Muso duro del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci nei confronti dell’Anas per i tempi lenti nel monitoraggio di autostrade, ponti e viadotti dell’Isola.

Facendo seguito alla riunione tenutasi lo scorso 24 agosto a Palazzo d’Orleans – e relativa all’urgente ricognizione dello stato di conservazione e manutenzione delle infrastrutture viarie siciliane – il governatore ha sollecitato, ai vertici dell’Ente nazionale per le strade, una relazione sulle attività di verifica effettuate e sulle iniziative già intraprese in merito. Musumeci ha chiesto anche la copia della certificazione attestante il collaudo statico delle autostrade.

“Se l’Anas non è nelle condizioni di assicurare il monitoraggio in tempi brevi – afferma il governatore – ce lo dica con chiarezza. Troveremo un’altra soluzione”.

Le verifiche su ponti e viadotti siciliani hanno avuto un forte impulso dal disastro di Genova in poi e l’attenzione, che già il governo aveva posto alle infrastrutture, è aumentata anche su pressione dell’opinione pubblica. Una prima analisi aveva dato preoccupanti risultati anche se ancora generici.

Quasi 60 mila ponti e viadotti in Italia, circa settemila in Sicilia e quasi 4000 di questi sotto attenzione perchè necessitano di interventi di varia natura anche se a rischio crollo in realtà sarebbero soltanto in sei e tutti chiusi alla circolazione in attesa di interventi importanti di restauro conservativo.

E i numeri emersi sulla situazione dei Ponti siciliani sulla quale si è acceso un riflettore in più dopo il crollo di Genova ma che già erano al centro dell’attenzione visto che in Sicilia di crolli ne abbiamo documentati fin troppi dal viadotto Verdura al viadotto Himera sulla A 19 non lasciavano e non lasciano tranquilli.

Ma per intervenire su tutto e dappertutto servirebbero circa 10 miliardi di euro, una somma spropositata se si considera che gli interventi previsti in Sicilia nei prossimi 5 anni per affrontare il gap di manutenzione degli ultimi dieci è di 1 miliardo e 100 milioni ed è già uno sforzo straordinario.

Ma qualsiasi valutazione necessita di dati certi e sono questi che Musumeci sollecita ad Anas. Senza una valutazione del rischio e delle condizioni che esca dalle cifre statistiche ed entri nel merito delle condizioni di ogni infrastruttura è impossibile anche programmare.