La Sicilia è indietro sull’uso dei fondi del Pnrr più di qualsiasi altra regione, tanto che per spendere tutte le risorse a questo ritmo servirebbero altri 4 anni mentre restano solo sei mesi. Sono le conclusioni a cui arriva uno studio sullo stato di avanzamento dell’uso delle risorse del Piano di Ripresa e Resilienza nell’Isola fatto da Italia Via.

L’attacco di Davide Faraone

“A giudicare dal suo stato d’attuazione a pochi mesi dalla scadenza si può già dire che il Pnrr in Sicilia, da grande occasione per colmare ritardi strutturali, sanare inefficienze e rendere la macchina regionale un modello di modernità e trasparenza, si è trasformato in un disastro” ha detto Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva, nel corso di “Porti, strade e ferrovie. Risultati e ritardi del Pnrr”, l’iniziativa organizzata oggi a Termini Imerese da Italia Viva.

I dati del centro studi

“I dati elaborati dal Centro studi di Italia Viva Sicilia – spiega Faraone – un’analisi organica dello stato di avanzamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nella Regione alla data del 30 settembre 2025, svolta in base ai dati ufficiali forniti della Cabina Regia Regionale, evidenziano ritardi purtroppo in alcuni casi incolmabili. Dei 16,05 miliardi di euro complessivamente destinati territorio siciliano, ne risultano pagati 5,25 miliardi (32,72%) e rendicontati 1,27 miliardi (7,91%). In altri termini, quasi tre quarti dei fondi non risultano ancora erogati. A colpire è, soprattutto, la scarsissima capacità di rendicontazione. Se invece passiamo ad esaminare le risorse gestite dalla Regione Sicilia, la situazione peggiora. Su 3557 progetti, per un totale di 1.971.600.444,54 euro, ne sono stati pagati 510.083.083,91 e rendicontati 141.836.252,48. Dunque, ne è stato pagato il 25,87% e rendicontato il 7,19%”.

“E’ l’incredibile risultato del lavoro di dipartimenti che, pur gestendo un singolo progetto, sono riusciti in un capolavoro di equilibrio statico: non spendere né rendicontare un singolo euro (Dipartimento regionale tecnico, Istruzione). In altri casi (DASOE) la spesa non va oltre un misero 2%”.

“In un capitolo fondamentale come quello dell’Agricoltura la spesa teorica sui 23.694.040,37 di euro disponibili non arriva che al 2,64%. Per le percentuali altrettanto vergognose si distinguono la Formazione professionale (spesa 7,90%, rendicontazione 0%) e Beni Culturali Identità Siciliana (spesa 8,15%, rendicontazione 0,65%). Acqua e rifiuti arriva sì al 12% della spesa ma la rendicontazione è 0%. Eppure, si trattava di emergenze (od opportunità) trasformate dall’inerzia in forme di paralisi. Quando invece qualcosa nella spesa si è mosso, non è stato rendicontato. Per cui, il denaro è partito, ma la burocrazia non l’ha ancora visto passare. L’unica voce che pare aver avuto un minimo di movimento riguarda la formazione, un settore che ha sempre stimolato la fantasia creativa di siciliani. Progetti di corsi, seminari, aggiornamenti abbondano, ma se mai si faranno formeranno competenze, mancheranno gli strumenti su cui esercitarle. Altro aspetto interessante è l’evoluzione temporale dello speso e del rendicontato”.

Lenta crescita negli ultimi tre mesi in esame

“Negli ultimi tre mesi (dal 30 giugno 2025 al 30 settembre 2025), si registra sì una lenta crescita della spesa (circa135 milioni di euro) ma a questo timido movimento non ha fatto riscontro quello della rendicontazione, rimasta perfettamente immobile. A un ritmo simile, servirebbero altri quattro anni per raggiungere il completamento della spesa, mentre sulla rendicontazione non basterebbe un secolo. Il problema non è, come sempre, la mancanza di risorse. E’ che nell’Amministrazione Regionale mancano la velocità, il coordinamento, le capacità professionali, soprattutto, il senso di responsabilità. L’unico traguardo effettivamente raggiunto, finora, è quello dell’autoindulgenza burocratica: si celebra la progettazione di massima come fosse già realizzazione e si scambiano le delibere per traguardi. E dopo il 30 settembre? Nei 74 giorni trascorsi da allora, al netto delle tardive reprimende del presidente Schifani, delle minacce di defenestrazione di dirigenti e funzionari, delle riunioni (poche), i risultati sono zero. Dai verbali delle riunioni, emergono speranze, rassicurazioni, promesse ma nessuna dato sulla spesa o la rendicontazione. Insomma, il nulla cosmico”, conclude.