Concordare con lo Stato gli spazi di manovra per consentire alla Regione di agire per abbattere ulteriormente tempi e processi della burocrazia fermo restando l’impianto della legge regionale 7 sulla semplificazione approvata appena un anno fa o modificare la norma regionale pur rimanendo nei confini delle disposizioni nazionali ma agganciandosi alle deroghe in linea con il cosiddetto ‘modello Genova’ per sbloccare centinaia di cantieri fermi in Sicilia da anni, come il ponte Himera simbolo della lentezza del sistema.

E’ la partita che si sta giocando dentro e fuori dall’Assemblea regionale, col coinvolgimento di associazioni e sindacati. In ballo c’è il ‘ddl Sammartino‘, il testo che prevede l’adozione del ‘modello Genova’, che si trova in commissione Affari istituzionali per l’esame. Presentato come emendamento alla finanziaria nonostante il parere contrario del governo, la norma era stata rinviata in I commissione con l’impegno del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, di trattarla con carattere d’urgenza.

Sul ddl hanno apposto le firme anche tutti i capigruppo dell’Ars, tranne il M5s. Sul testo gli uffici dell’Ars hanno però mosso perplessità su alcune norme, richiamando una recente sentenza della Consulta sulle competenze in materia di Stato e Regioni. I rilievi degli uffici se da un lato sembrano confermare il giudizio che aveva dato il governo in sede di finanziaria sostenendone l’incostituzionalità, dall’altro sono stati “assorbiti” in I commissione dove assicurano che ci saranno emendamenti per migliorare il testo.

Ma il parere tecnico rilasciato sembra tranciante “La potestà legislativa regionale è rigorosamente delimitata dalla normativa nazionale – scrivono gli uffici dell’Ars – in materia e diverse volte la Corte Costituzionale ha censurato per violazione della concorrenza le norme regionali che se ne discostano”.

“In assenza di esplicita deroga consentita dalla normativa nazionale in ragione dell’emergenza, il comma in esame potrebbe andare incontro a censure (per la ricostruzione del ponte Morandi, ad esempio, è stata prevista una deroga alla normativa ordinaria vigente e l’applicazione della normativa comunitaria dal D.L. 28 settembre 2018, n. 109 Disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporto, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze)”.

Sono numerosi i rilievi tecnici avanzati. Nello specifico ad esempio  il comma 2 prevede che le autorità di gestione di programmi finanziati o cofinanziati con risorse extraregionali adottano gli atti di competenza per consentire “la presentazione esclusivamente a mezzo di canali telematici di domande di sostegno e della documentazione allegata, anche in riferimento ad integrazioni, rettifiche ed atti di partecipazione al procedimento amministrativo relativo” ma La norma si richiama al principio “telematico” (c.d. principio “digital first”) e l’applicabilità concreta della norma andrebbe valutata con le predette autorità digestione al fine di evitare l’insorgere di problemi in fase di attuazione”.

Il comma 5 è un altro esempio “in relazione all’esigenza di assicurare gli interventi necessari a seguito dell’emergenza da pandemia Covid19 e quelli per favorire il rientro nell’ordinario e riavviare lo sviluppo” prevede alcune disposizioni “per la realizzazione di opere infrastrutturali di interesse strategico già finanziate nell’ambito di atti programmazione anche a valere su risorse extraregionali, nonché per interventio di riqualificazione, adeguamento e messa in sicurezza di edifici scolastici di proprietà della Regione e degli enti locali e su immobili di proprietà delle aziende del servizio sanitario regionale in relazione alla gestione dell’emergenza da pandemia Covid19, incluse le attività riabilitative su soggetti già affetti dalla patologia”.

Sull’opera dei commissari nominati dal Presidente della regione per questi scopi gli uffici scrivono “Desta perplessità la deroga alla normativa nazionale e regionale sugli appalti e il richiamo all’applicazione diretta della normativa comunitaria”.

Nonostante tutto l’intenzione sembra che sia quella di andare avanti spediti, anche in forza di spiragli che sarebbero arrivati da interlocuzioni avviate con Roma. In piena emergenza economica, da più parti si spinge perché l’Ars comunque esamini il ddl, sul quale puntano anche alcuni sindaci alle prese con i drammi sociali nel territori. Eventuali forzature nel testo aprirebbero un conflitto istituzionale con Roma, aspetto questo che però non spaventa i più convinti sostenitori della burocrazia zero, primo fra tutti il presidente Miccichè.

Articoli correlati