Sono tornati in piazza ieri dopo anni di silenzio (almeno sulle piazze) e di trattative serrata per giungere alla stabilizzazione. Gli ex precari della Regione siciliana, per lo più ex Pip, oggi stabilizzati in Sas (La Servizi Ausiliari Sicilia, società interamente controllata dalla Regione), tornano a manifestare perché non vogliono restare al palo. La loro stabilizzazione, infatti, è giunta in porto ma con un contratto part time a 18/20 ore.

La protesta di ieri

Così sono tornati a protestare per dire in modo chiaro alla politica che con i loro stipendi non si può vivere. Si tratta di emolumenti che variano dalle 700 alle 900 euro. Parallelamente non possono neanche, al momento, pensare alla pensione, dopo 25 anni di precariato, perché non c’è un solo contributo versato a loro nome. Hanno un contratto a tempo indeterminato ma solo a 18 o 230 ore settimanali con stipendi che definiscono da fame.

I lavoratori giovedì si sono dati appuntamento alle 13,00 davanti la prefettura di Palermo ed hanno inscenato un corteo fino a Piazza Indipendenza sede della Presidenza della Regione. Al governo Schifani riconoscono di averli stabilizzati tutti, fino all’ultimo e di questo ringraziano. Ma adesso all’Ars chiedono di trovar ei fondi per portare i loro contratti a full time e dare loro uno stipendio dignitoso.

Non bastano i dieci milioni l’anno per tre anni

Il governo si è già impegnato a reperire 10 milioni l’anno nel triennio ma i lavoratori considerano insufficiente la dotazione e dopo il corteo di ieri si dicono ancora insoddisfatti. “Siamo costretti ad alzare il livello della protesta perché le notizie che arrivano continuano a essere sconfortanti”. Lo dichiarano i sindacalisti di Fp Cgil, Cisl Fp, Sadirs/Ursas, Ugl e Uil.

“L’atto di responsabilità che abbiamo chiesto nei confronti di migliaia di lavoratori che da anni attendono un riconoscimento – continuano i sindacalisti – continua a rimanere inascoltato dalla maggioranza. Nel corso del corteo proclamato per ieri, partito dalla Prefettura di via Cavour e terminato a palazzo d’Orleans sotto la sede della presidenza della Regione Siciliana, nessuna soluzione concreta è pervenuta per dare ristoro a chi ha retribuzioni al di sotto della soglia della povertà con appena 800 euro al mese se non quella di un possibile aumento di appena due ore a settimana. E’ una proposta, questa, che riteniamo inaccettabile”.

Presidio permanente

“Per tali ragioni siamo costretti a continuare la protesta e a proclamare presidi permanenti sotto la sede dell’Ars per provare a trovare ogni soluzione utile per la categoria” concludono i sindacalisti.