Le dimissioni del medico palestinese Adham Darawsha, da presidente della Consulta delle culture, non sarebbero per motivi strettamente personali, ma per contrasti con il vicesindaco Emilio Arcuri.
Del resto chi conosce il lavoro svolto dal presidente sa che in questi ultimi mesi c’era stato un continuo malessere, tanto che la lettera di dimissioni ormai da tempo la portava con sè.
Pare che lo scontro, quello decisivo e pare definitivo, anche se mai dire mai, sia nato realizzazione di un luogo di culto per i migranti in via Sampolo più volte annunciato e non ancora realizzato.
Sono partire tra i due numerose email anche indirizzate ad altre persone e Darawsha si sarebbe ritenuto offeso tanto da rassegnare le dimissioni da un giorno all’altro. Tutto nonostante il sindaco Leoluca Orlando nel giorno della presentazione dello spettacolo “Il Viaggio” domenica scorsa al Teatro Massimo avesse dato pubblicamente merito al medico del grande lavoro svolto.
Ieri solo frasi di circostanza. “Ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicini in questa bella esperienza – scrive Darawsha sul suo profilo Facebook – Non era semplice, non era facile, ci ho provato e oggi la Consulta è una bella realtà».
Il Comune, invece, parla di “motivi strettamente personali” che avrebbero portato il presidente della Consulta a dimettersi. Il sindaco Leoluca Orlando ha invitato Darawsha a ripensarci: “Ho contattato Adham Dawarsha – dice il sindaco – invitandolo a ritirare le dimissioni e a proseguire in un impegno generoso che ha contribuito a fare di Palermo città di riferimento mondiale della mobilità internazionale come diritto umano inviolabile. Spero che prosegua il suo impegno tanto generoso quanto importante per l’ intera comunità cittadina”. Anche l’assessore Giusto Catania ha cercato una mediazione, ma ieri il medico è stato irremovibile.
La notizia ha colto di sorpresa tutti i componenti della Consulta.
La presidenza della Consulta adesso passa alla giovane vice, la bengalese Sumi Dalia Aktar. In ogni caso, perché siano valide, le dimissioni devono essere formalizzate in presenza dell’ assemblea dei componenti della Consulta.
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