Le elezioni amministrative di Palermo hanno lasciato il segno in diverse compagini politiche. Un discorso nel quale può fare scuola il caso di Prima l’Italia, nuovo soggetto politico di Matteo Salvini con cui il leader del Carroccio punta a “sostituire” il simbolo della Lega. Un simbolo che, nell’idea dell’ex ministro, doveva essere più inclusivo e più attrattivo, soprattutto nel Sud Italia. Una scelta che a Palermo non ha pagato fino in fondo, portando all’elezione di soli tre consiglieri comunali, a fronte di ben cinque candidati uscenti.

L’attacco dell’ex capogruppo

Non è bastato nemmeno l’appoggio a Roberto Lagalla (inizialmente la Lega si è mossa in appoggio a Francesco Cascio)  è servito a rialzare un numero di consensi che non ha superato neppure quota 10.000 voti. Numeri che hanno condannato all’esclusione da Sala delle Lapidi anche l’ex capogruppo della Lega Igor Gelarda. L’esponente del Carroccio ha espresso tutta la sua insoddisfazione per il risultato conseguito dal partito, annunciando di avere scritto una lettera al leader nazionale Matteo Salvini. Ciò per invitarlo a rivedere un assetto che in Sicilia, a suo parere, non sta conseguendo i successi sperati. Ciò all’alba della futura campagna elettorale in vista delle Regionali.

“Il risultato a Palermo è stato assolutamente insoddisfacente. Un pericoloso campanello d’allarme che dovrebbe indurre Matteo Salvini a rivedere profondamente l’assetto del partito a livello regionale, dando di nuovo voce ai territori. Siamo passati da un risultato incredibile del 21% alle europee di 3 anni fa, al 2,5 % di Agrigento di un anno e mezzo fa a un 5% per miracolo di Palermo adesso. E quando dico per miracolo intendo che a Palermo avevamo una forza teoricamente invincibile sul campo: cinque consiglieri comunali uscenti, due deputati regionali, un assessore regionale e un deputato nazionale tutti palermitani. Tutti quanti insieme siamo riusciti a superare di appena 250 voti lo sbarramento!”

“Cambio simbolo a tre mesi dalle elezioni ha inciso”

Gelarda parte proprio dal poco appeal di Prima l’Italia. Una compagine che, sostiene l’ex capogruppo, non è riuscita a superare le resistenze degli elettori indecisi che, di conseguenza, hanno finito per popolare le fila dell’astensionismo. Dato che, nell’ultima tornata elettorale, si è attestato su livelli preoccupanti. “È chiaro che il partito in Sicilia non è più attrattivo. Non incarna più quella forza di rottura con la mala politica siciliana che la gente si aspettava. La gente non arriva più a fine mese, le persone vogliono risposte. A Palermo hanno votato quattro cittadini su 10 perché ormai la sfiducia nella politica è totale. Quello dell’astensionismo è il dato più grave di Palermo praticamente ignorato da tutti. E la Lega, che in Sicilia non ha dato risposte, è stata punita”.

Risultati che, dicevamo hanno escluso dalla futura composizione di Sala delle Lapidi anche lo stesso Gelarda, secondo dei non eletti e superato dal candidato di coppia di Marianna Caronia, ovvero Salvatore Di Maggio.  Numeri di cui l’ex capogruppo si dice comunque soddisfatto. Ciò al netto di una scelta, quella del cambio di simbolo, che l’ex capogruppo non ha condiviso. Elemento negativo che, sommandosi alle difficoltà riscontrate durante il voto dai cittadini, avrebbe a suo dire portato al risultato deludente del 12 giugno.

“Sono orgoglioso delle mie 846 preferenze (scese ad 812 per effetto dei riconteggi n.d.r.), meno di quelle che mi aspettavo, ma tantissimi voti annullati o andati persi. Complice anche un cambiamento di simbolo a tre mesi dalle elezioni e uno svolgimento della competizione elettorale degno di un paese del sudamerica degli anni ottanta. Ma i miei sono tutti voti frutto di una politica pulita e fatta per strada ogni giorno, per 5 anni”.

“Salvini cambi aspetto e assetto al partito”

Una situazione per la quale Igor Gelarda vede solo una soluzione, ovvero un rimpasto della dirigenza del partito a livello regionale. “Per quale motivo oggi un siciliano dovrebbe votare ancora la Lega, un partito che non ha rotto con gli schemi del passato, che in Sicilia è gestita da persone che hanno già governato senza che nulla cambiasse nell’isola? Ecco perché adesso chiedo un profondo momento di riflessione da parte di Matteo Salvini, perché io voglio stare in un partito che affronta le necessità delle persone, in un partito che non deve chiudersi nei palazzi e chiedere solo posti di potere. Altrimenti non ha senso e si viene puniti come lo siamo stati noi il 12 giugno a Palermo. Ho comunicato questo a Matteo Salvini e mi aspetto, adesso, che si faccia una seria riflessione e la Lega cambi completamente aspetto e assetto in Sicilia o già alle prossime regionali non avrà alcuna speranza”.

La replica della segreteria regionale

Parole alle quali ha replicato Annibale Chiriaco, responsabile regionale della comunicazione istituzionale di Prima l’Italia. Esponente del Carrocio che ha risposto a distanza a quanto affermato dall’ex capogruppo Igor Gelarda. “Apprendo sbigottito della nota critica inviata alla stampa dall’ex consigliere comunale del partito Igor Gelarda. Parole in cui manifesta con aperto disprezzo la sua contrarietà alla mancata elezione al Consiglio comunale di Palermo accusando tutti, dal segretario regionale Nino Minardo ai vertici cittadini del partito, di non aver contribuito a far si che Prima l’Italia potesse raggiungere consensi elettorali superiori alle sue attese“.

“Gelarda non ricorda i ruoli concessi dal partito”

Per Chiariaco, è la delusione che ha spinto Igor Gelarda a simili affermazioni. Il responsabile della comunicazione del partito ricorda all’ex capogruppo i ruoli ricoperti all’interno della compagine. “Purtroppo, il già consigliere Gelarda non ricorda gli strumenti ed i ruoli che il partito negli anni gli ha consentito di avere. Ciò per aumentare il suo consenso attraverso la base elettorale della città di Palermo. Infatti, ha ricoperto la carica di commissario del partito; di responsabile regionale e provinciale di tutti i dipartimenti; di capogruppo consiliare a Palazzo delle Aquile e, non ultimo,di capolista di Prima l’Italia alle amministrative del 12 giugno scorso”.

“Attacco a Minardo azione ingiusta e biasimevole”

Una risposta, quella della segreteria regionale, che rimprovera l’ex consigliere comunale. “Reputo un’azione ingiusta e biasimevole del già consigliere Gelarda, per giustificare i suoi insuccessi elettorali, attaccare in modo cosi trancheant e poco costruttivo addirittura anche il segretario regionale del partito che, con evidente autorevolezza, in questi ultimi anni, ha invece portato il partito ad essere sempre più presente nei territori, valorizzandone la classe dirigente ed affrontando le varie problematiche presentategli di volta in volta, in tutte le sedi regionali e nazionali al fine della loro risoluzione: dai problemi degli autotrasportatori siciliani, dei pescatori isolani, delle infrastrutture e non ultima quella del Polo industriale energetico di Siracusa, per il quale ha organizzato per settimana prossima un’importante riunione al Mise con il Ministro Giorgetti, per attivare strumenti risolutivi alla nota questione”.

Quale futuro per il Carroccio a Palermo

Una spaccatura quella fra il vecchio e il nuovo corso del Carroccio in Sicilia che sembra ormai non rimarginabile. Fatto che spingerà Matteo Salvini ad una riflessione sul futuro del partito in Sicilia. Le Regionali sono dietro l’angolo e i risultati convincenti di Forza Italia e Fratelli d’italia aumenteranno la competizione interna nel centrodestra.  A Palermo, dopo i riconteggi, Prima l’Italia si è fermata al 5,25%, superando lo sbarramento per soli 250 voti. A trascinare il partito sono state Marianna Caronia e Sabrina Figuccia, non proprio due leghiste della prima ora. Terzo degli eletti, in ordine numerico, Alessandro Anello, il più “veterano” degli eletti in casa Lega.

Un assetto dal quale il partito ripartirà per contribuire la futura composizione della Giunta di Roberto Lagalla. Tema di cui si doveva discutere nel vertice di maggioranza di martedì 5 luglio, poi saltato per “sopravvenuti impegni del sindaco”. A rimanere amareggiata dal mancato vertice di maggioranza è stata soprattutto Prima l’Italia. Francesco Scoma era sceso da Roma appositamente per chiarire la propria posizione, ma tutto si è dissolto in un nulla di fatto. Il parlamentare nazionale ha però chiarito quella che è la sua posizione, ovvero la richiesta di due assessori. Da capire anche le deleghe a cui punterà Prima l’Italia. Un passaggio che sarà successivo alla composizione della rosa dei nomi, vista l’incertezza che regna al momento fra le fila del centrodestra.

La Lega ferma sulla richiesta di due assessori

In tal senso, la strategia interna del partito prevede che si dovrà scegliere in ordine gerarchico, in base a chi ha preso il maggior numero di preferenze. Classifica nella quale primeggia Sabrina Figuccia, che viene così data come candidata papabile ad un assessorato, sospinta dal fratello Vincenzo Figuccia. Anche qui però, come nel caso di Andrea Mineo, ci sarà da vincere alcune resistenze, figlie dei possibili apparentamenti in vista delle prossime elezioni regionali.

Partita dalla quale viene si tiene fuori Marianna Caronia, la quale ha già scelto durante la campagna elettorale il candidato alla presidenza della IV Circoscrizione Giuseppe Di Vincenti. Profilo che ha poi vinto agilmente la competizione elettorale. Toccherebbe così ad Alessandro Anello indicare il secondo nome, sempre che Roberto Lagalla decida di concederlo.  In caso contrario, sarebbe il segretario regionale Nino Minardo a scegliere il nome in quota Prima l’Italia. In tal senso, Pippo Fallica sarebbe il classico uomo di garanzia di tutto il partito. Un profilo che però potrebbe essere ad interim, a seconda di come andrà la tornata elettorale d’autunno per Palazzo dei Normanni.

 

 

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