Il 63,8% a Palermo, il 60,6% a Catania (ma con un 71% in città e un calo in provincia), solo il 55% a Messina e il 50% risicatissimo a Enna, il 59% ad Agrigento. Il segretario uscente del Pd Matteo Renzi viene riconfermato con discrete performance in tutta Italia ma con risultati più modesti in Sicilia. Complessivamente si attesta al 62% ma ci sono province dove perde o dove vince di misura. Il 22% di orlando ed il 15% di Emiliano sono risultatid ecisamente sopra le aspettative con Emiliano che addirittura vince in alcuni grandi centri di Provincia come Bagheria e Termini Imerese

L’apoteosi renziana non avviene in nessuna delle tre grandi città metropolitane. Renzi prende consensi per l’86% a Ragusa, per il 75% a Trapani e per il 66% a Siracusa ma perde a Caltanissetta dove ottiene solo il 39% contro il 40% di Orlando e senza il voto di Gela che è stato annullato e che avrebbe tributato altri consensi a Orlando e dove perfino Emiliano avrebbe rischiato di scavalcare Renzi.

Un voto dalle due facce sul quale c’è davvero poco da festeggiare per i vincenti che, invece, esultano. Un voto rispecchia quello che è stato il referendum se si tiene in considerazione che ai gazebo c’erano solo uomini e donne del Pd o simpatizzanti mentre il resto del Paese non è andato a votare queste strane primarie.Alle urne, però, c’erano anche gli alleati del Pd che hanno trasformato il voto per la scelta del segretario in vere e proprie Primarie di coalizione per scegliere il candidato Premier.

Hanno di che gioire, invece, gli sconfitti, i cui risultati sono decisamente rilevanti.  ” Soddisfazione per il risultato siciliano di Emiliano – commenta Pino Apprendi – Abbiamo fatto una campagna elettorale, tutta in salita, senza risorse e con molti impegno. Abbiamo incontrato tanta gente che vuole ritornare ad essere protagonista nella politica. Speriamo che si torni ad una gestione pluralistica del Partito”.

Più prudenti i renziani del calibro di Enzo Bianco he parlano, opportunamente, di festa della democrazia e non certo di schiaccianti risultati “Il Pd si conferma una grande forza di partecipazione popolare, l’unico partito in Europa che offre ai suoi elettori la possibilità di scegliere davvero – dice il sindaco di Catania e presidente Liberal Pd – Le persone ordinatamente in fila, in particolare i tantissimi non iscritti al Pd ma che credono nella nostri ideali, dimostrano di guardare al futuro. Un’Italia positiva che vuole lavorare per una prospettiva migliore per il Paese. Renzi incarna questa speranza, l’energia di chi vuole innovare, il coraggio delle riforme necessarie. Ecco perché i Liberal Pd hanno sostenuto con convinzione, nel 2013 come oggi, la sua candidatura”.

Ma qualcosa sulla vittoria andava pur detto “È stata una vittoria netta, chiara, senza dubbi che tutti devono riconoscere. Adesso siamo attesi dalla sfida più difficile, anzi una necessità: lavorare tutti insieme, recuperando chi non si riconosce ancora nel Pd o nelle posizioni del nuovo segretario”.

E questa sarà la vera sfida per i renziani: riuscire a lavorare insieme con gli oppositori interni, riconquistare il Pd con il confronto e con i toni del dialogo

 

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