Continua a far discutere la gestione del cantiere di via Francesco Crispi, a Palermo, all’altezza della Cala. Parte degli interventi relativi alle opere di disinquinamento della fascia costiera si sono conclusi martedì 9 novembre, con la posa dell’asfalto sulla sede stradale.

Ma dopo poche ore, parte dello stesso è venuto via, creando una buca decisamente pericolosa per ciclisti e motociclisti. Problemi che si aggiungono a quelli riscontrati in precedenza per la viabilità della costa.

L’esposto del gruppo “Oso” all’Asp

Ma i problemi di sicurezza non si limiterebbero soltanto ad un fosso sulla strada. Almeno, questo è quello che dichirano i consiglieri comunali del gruppo “Oso” Giulia Argiroffi ed Ugo Forello. I due esponenti di Sala delle Lapidi hanno infatti presentato un esposto all’Asp per una “grave violazione di legge in riferimento alla normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro nel cantiere di via Francesco Crispi”.

Buca all'ex cantiere della CalaElementi di criticità rintracciati da Giulia Argiroffi e Ugo Forello nel fatto che “l’intero cantiere in oggetto operava in condizione di gravissimo pericolo per l’incolumità; sia per i lavoratori direttamente operanti nel cantiere stesso che per tutti i comuni cittadini in transito a pochi centimetri dal ciglio dello scavo (a piedi, in auto o anche su mezzi pesanti). Lo scavo – aggiungono – aveva una profondità superiore ai 5 metri. Ma risultava privo di ogni forma di armatura delle pareti”. Un restringimento di carreggiata che, secondo Argiroffi e Forello, “obbligava chi transitava sulla pubblica via a lambire il ciglio dello scavo. Elemento privo di idonei strumenti di protezione”.

Pericolo, a dire dei consiglieri comunali, aumentato a causa della contemporanea impossibilità, per i mezzi pesanti, di transitare dal ponte Corleone o dal ponte Oreto. Fatto che rende via Francesco Crispi l’unica possibilità di attraversamento in direzione nordsud della città da parte dei suddetti mezzi. Pertanto – evidenziano nell’esposto Argiroffi e Forello – si sottolinea la rilevante entità del rischio a cui è sottoposta la cittadinanza“.

Argiroffi (Oso): “A rischio lavoratori e cittadini”

Nella foto, Giulia Argiroffi

E proprio nei luoghi in cui persiste parte del cantiere della Cala si è recata la consigliera comunale Giulia Argiroffi. L’esponente di “Oso” ha palesato alcune criticità dell’ex scavo. “Persiste parte del cantiere per il disinquinamento della fascia costiera, gestito dall’impresa Amec. Fino a ieri, dove ora c’è questa brutta toppa, c’era uno scavo di una profondità di almeno 4,5 metri. La legge prevede che, se la profondità supera 1,5 metri, bisogna armare le pareti. Qui non c’era nessuna armatura, mettendo a rischio non solo i lavoratori, ma anche tutti i cittadini in transito che passavano a pochi centimetri dal ciglio, con il gravissimo rischio di crollo”.

E, proprio dove vi era il cantiere, si è aperta una preoccupante buca sull’asfalto. “La qualità dell’intervento, già oggi, si rivela pessima. Il fatto che loro lo abbiano chiuso, significa che si poteva chiudere. E il non averlo fatto prima era solo una mancanza di volontà. D’altronde l’ordinanza, la 1067 del 28 settembre, che prorogava la possibilità di potere stringere la carreggiata, non dava un termine”.

“Amministrazione complice”

Giulia Argiroffi non si limita a denuncia le irregolarità, a suo dire, presenti sui luoghi del cantiere. Maa lancia accuse precise anche alla Giunta e agli uffici. “L’Amministrazione Comunale in questo, e mi assumo la responsabilità di quello che dico, è complice. Perchè non solo ha verificato la sicurezza di lavoratori e cittadini. Ma, dopo aver fatto l’ordinanza, bisognava smontare il marciapiede che divide il traffico delle due carreggiate. Ciò per permettere il passaggio di tre file di auto, mentre nella realtà ne passava soltanto una”.

“Presentato esposto all’Asp”

Proprio sui disagi e sugli elementi di criticità del cantiere, il gruppo “Oso” ha presentato un esposto. “Prima che venisse chiuso il cantiere, abbiamo presentato un esposto all’Asp, ente preposto alla verifica e alla prevenzione degli incidenti sui luoghi di lavoro, e alla polizia municipale, che doveva vigilare sul rispetto dell’ordinanza. Tutto questo è di una gravità inaudita. Penso che si dovrebbe procedere alla radiazione dei tecnici coinvolti. Dal coordinatore della sicurezza, al direttore dei lavori e al Rup, che è un funzionario comunali di cui ancora non abbiamo il nome”.