È stata prorogata fino al 31 dicembre 2023 l’indennità per i lavoratori dell’indotto Fiat di Termini Imerese, che hanno cessato di percepire l’indennità di disoccupazione NASpI. Lo prevede l’emendamento approvato questo mattina, insieme ad altri di analogo tenore di altre forze politiche, unificati in un’ unica riformulazione, a prima firma del senatore Raoul Russo.

Nel decreto Ilva

Gli emendamenti hanno recepito gli impegni assunti dal governo, con un ordine del giorno,  sempre a prima firma, Russo, contenuto all’interno del cosiddetto decreto Ilva. “Abbiamo mantenuto le promesse fatte e l’impegno preso con i lavoratori dell’indotto di Termini Imerese e di altre aree di crisi industriale. Ringrazio il Governo e il Sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano, per avere trovato le risorse finanziarie disponibili per approvare questo emendamento oltre che per la disponibilità dimostrata nell’aver accolto e compreso la necessità d’intervenire con un provvedimento ad hoc per salvaguardare e tutelare questi lavoratori.

Attenzione per Termini

“La realtà territoriale di Termini Imerese, insieme alle tante aree di crisi, merita un’attenzione particolare – prosegue il Senatore Russo – poiché oggi registra i più alti tassi di disoccupazione europea in quanto aziende come Fiat o Blutec sono passate dall’essere un fiore all’occhiello dell’economia siciliana e italiana a fattori di recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale”.

Tamajo, “Soddisfazione per proroga dell’indennità ai lavoratori”

“Un plauso al governo nazionale per la proroga dell’indennità per i lavoratori dell’indotto ex Fiat e per l’annuncio da parte del ministro Urso di voler avviare a breve le procedure per la manifestazione di interesse in vista del rilancio dell’area di Termini Imerese”. Lo dichiara l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, in seguito all’approvazione in Senato dell’emendamento contenuto all’interno del cosiddetto “decreto Ilva”. “Il governo Schifani continuerà a monitorare con attenzione gli sviluppi di questa vicenda. Da settimane – prosegue l’assessore – partecipo a numerosi tavoli tecnici con l’obiettivo di tutelare il futuro degli operai e individuare un processo alternativo di reindustrializzazione dell’area palermitana. La nostra scommessa è ambiziosa: fare della Sicilia uno dei motori di sviluppo del Paese”.

Intanto arriva il colosso ucraino

Sergey Shapran, 38 anni, è il Ceo di Alumeta Group e ha deciso d’investire in Sicilia per rilanciare le attività della holding, la cui componente principale è il Brovary Aluminium Plant (Braz), leader europeo nel settore dei metalli non ferrosi. Alumeta è una giovane azienda, così come il suo fondatore Sergey Shapran, un imprenditore appassionato di politica e giornalismo. Nel 2011, all’età di 26 anni, Shapran ha fondato la propria azienda e ha acquistato il complesso industriale di Brovary, rilanciandolo dopo la bancarotta subita nel 2010. Shapran era a Palermo il 13 febbraio scorso per discutere dell’investimento di Termini, durante il vertice sono stati illustrati i dati principali del business plan di Alumeta. Con la guerra in Ucraina sono cambiate le dinamiche dell’azienda e il Ceo ha impresso un cambio di strategia. “Il sito di Termini Imerese è la base per la strategia di crescita in Europa – dicono da Alumeta –. Cercavamo un sito in Europa già da prima dello scoppio della guerra. Il mercato è in continua espansione e dobbiamo aumentare la capacità produttiva. Sicuramente inoltre il nostro stabilimento in ucraina sarà fortemente impegnato nella produzione per la ricostruzione finita la guerra”.

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