Si spacca il fronte della protesta al Cedi Sisa di Carini. Con un colpo di mano le organizzazioni sindacali Asia e Cildi che rappresentano la maggioranza dei dipendenti annunciano che è stato sottoscritto stamane l’accordo sindacale che revoca i 139 licenziamenti riguardanti tutti i dipendenti attualmente in forza proprio al Cedi Sisa di Carini.
L’accordo con i rappresentanti dell’azienda riguarda il ricorso alla cassa integrazione straordinaria in sostituzione dei licenziamenti paventati dall’azienda. “Pare che si stia concretizzando una sorta di fitto o vendita di ramo d’azienda con altri gruppi della grande distribuzione che auspichiamo possa coinvolgere la totalità dei dipendenti – precisa un comunicato dei due sindacati autonomi – e, in attesa che si concretizzino con dati certi e ufficiali le proposte avanzate in questi giorni, è bene che si dia una boccata d’ossigeno ai dipendenti attraverso l’applicazione di una cassa straordinaria. Contestualmente l’azienda si è impegnata a riconoscere quella quota di TFR accantonata, ovvero quella antecedente al 2007, al fine di poter dare una boccata d’ossigeno anche economica ai dipendenti in questione”.
Salvo Barone e Nino Bignardelli rispettivamente segretari di Asia e Cildi esprimono la loro totale soddisfazione per il raggiungimento dell’accordo in questione e ringraziano i loro rappresentanti sindacali per “le grandi iniziative intraprese affinché sia stato sottoscritto l’accordo di cui sopra. Naturalmente -continuano – sono state revocate tutte le iniziative di protesta da parte delle due Organizzazioni sindacali”.
Ma l’occupazione del Cedi Sisa di Carini in realtà continua. I dipendenti rimasti in sede raccontano la vicenda in maniera diversa. “Hanno fatto l’accordo solo per garantire il TFR ai loro iscritti – dice una manifestante che vuole restare anonima – ma non esiste alcuna procedura di revoca dei licenziamenti in atto. Peraltro l’accordo che hanno raggiunto non ha alcun valore perché le sigle che lo hanno sottoscritto non sono fra i firmatari del contratto e non possono attivare procedure di cassa integrazione. ci sono, poi, numerose anomalie in questo accordo in considerazione del fatto che non è indicata alcuna prospettiva di ripartenza dell’azienda e la promessa del pagamento del tfr integrale appare vana a fronte dell’arrivo di un eventuale commissario liquidatore che dovrà dividere le liquidità di cui potrà disporre fra tutti i creditori privilegiati”.
Contro l’accordo in questione Cgil, Cisl e Uil avevano pensato ad una segnalazione al Ministero e alla Regione ma in serata hannos celto di soprassedere almeno fino a domani nella speranza di poter riprendere le trattative per salvare tutti i lavoratori e i livelli occupazionali in genere. Insomma la situazione invece di migliorare si complica
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