Occorre aumentare il sostegno accoppiato al settore ovicaprino e destinarlo solo ai produttori sardi e siciliani. Oggi abbiamo uno strumento, ed è il sostegno accoppiato della PAC, che viene concesso esclusivamente a quei settori che rivestono particolare importanza per ragioni economiche, sociali o ambientali e si trovano in difficoltà. Auspico che il Ministro Centinaio riveda urgentemente il meccanismo di assegnazione delle risorse ‘accoppiate’ per la zootecnia, aumentando il budget per il settore ovicaprino e destinandolo esclusivamente alle isole Sicilia e Sardegna”. Così l’eurodeputato Ignazio Corrao rilancia il piano messo a punto dal Presidente di Confagricoltura Sicilia Ettore Pottino, per affrontare la crisi dei pastori siciliani in agitazione in questi giorni. In queste ore – spiega Corrao – ho predisposto un accesso agli atti alle dogane per chiarire finalmente quanto latte arriva in Sicilia e da dove. Ancora una volta, l’ingresso incontrollato di prodotti da altri Paesi, sta mettendo in ginocchio la già flebile economia isolana e gettando sul lastrico i nostri allevatori”.

“La produzione di latte ovicaprino – spiega Corrao – rappresenta un settore insostituibile nelle isole e nelle aree interne e la concorrenza del latte da parte di altri paesi europei è diventata insostenibile. Dall’entrata in vigore della normativa igienico-sanitario abbiamo assistito ad un continuo aumento dei costi della produzione, una diminuzione dei margini di redditività e un allarmante abbandono delle attività. Da decenni le regioni in cui si produce il 90 percento del latte, Sardegna e Sicilia, sono state sempre ignorate sempre, in qualsiasi scelta strategica nel settore agricolo. Abbandono, per esempio, perpetrato anche con l’esclusione dei produttori olivicoli siciliani dall’aiuto accoppiato nell’olivicoltura, di cui hanno beneficiato Liguria, Puglia e Calabria”.

“Adesso – spiega ancora Corrao – è il momento di intervenire e fare sentire la nostra voce, troppo spesso inascoltata o messa a tacere. Occorre un premio compensativo da concedere per ogni capo ovino allevato, per dare respiro ai produttori e permettere loro di sopravvivere anche sotto gli effetti della concorrenza dei paesi dell’est. Inoltre, ho predisposto un accesso agli atti per chiarire finalmente quanto latte arriva in Sicilia e da dove. Per non parlare delle continue frodi. Oltre alla pressione dei prezzi bassissimi che sta uccidendo i nostri pastori, in Sicilia arriva cagliata straniera contrabbandata come locale. Occorre un piano di tracciabilità, di controlli e di trasparenza.

“Reputo le misure annunciate da Tajani – sottolinea l’eurodeputato M5S – l’ennesima presa in giro. La promozione dei prodotti non va a beneficio diretto dei produttori, ma alle agenzie e ai professionisti della comunicazione, che non hanno gli strumenti per risolvere in maniera seria le vere problematiche del settore. I produttori hanno bisogno di un sostegno adesso e senza prese in giro” – conclude Corrao.

Sulla vicenda interviene anche la Lega.

Salvini ascolterà anche i pastori siciliani, come sta già facendo in Sardegna, perché la protesta degli allevatori in Sicilia è anche la lotta della Lega”. A parlare è Igor Gelarda, responsabile regionale enti locali del partito guidato dal vicepremier e ministro dell’Interno: “Il governo nazionale sarà a fianco dei nostri pastori. Li incontrerò con l’impegno di essere garante delle loro richieste”.

I pastori siciliani, come i colleghi sardi, chiedono che sia rivisto il prezzo del latte. In Sardegna, le trattative istituzionali sono state già avviate – con gli allevatori in assemblea che hanno approvato una bozza di accordo da portare al tavolo del premier Giuseppe Conte domani (giovedì 21 febbraio) con latte subito a 80 centesimi al litro, poi a un euro – mentre in Sicilia il dialogo istituzionale è ancora molto indietro. Ieri, il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha convocato a Palazzo d’Orleans le associazioni di categoria per avviare tavolo di confronto, ma gli allevatori hanno preso le distanze dall’iniziativa facendo sapere di non sentirsi rappresentati dalle sigle di settore.

I pastori siciliani marciano da soli. E soprattutto marciano spediti, tanto che domani (giovedì 21 febbraio) annunciano un’altra grande manifestazione di protesta a Vittoria, in provincia di Ragusa, dopo i litri di latte già versati in strada pochi giorni fa a Poggioreale, in provincia di Trapani, e ad Enna. Ma il malessere cova di ora in ora e non risparmia nessuna provincia.

“Bisogna riconoscere il giusto prezzo alle produzioni frutto del lavoro di chi si spacca la schiena dalla mattina alla sera negli allevamenti – dice Gelarda – ma anche di chi fatica nei campi per coltivare il grano siciliano e tutti gli altri frutti della nostra splendida terra. È necessario bloccare l’ingresso selvaggio di produzioni alimentari straniere che fanno concorrenza sleale alle aziende italiane, senza contare i rischi per la salute dei consumatori causati da prodotti di dubbia qualità e provenienza. L’Unione europea – conclude l’esponente siciliano della Lega – deve cambiare registro nei confronti dei nostri territori”.

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