“L’impugnativa della legge per l’elezione diretta era ampiamente prevedibile solo che si conoscesse appena la materia e il Csa aveva anticipato come sarebbe andare a finire. Lo avevamo detto già ad agosto scorso”.

Così Giuseppe Badagliacca segretario regionale del sindacato Csa.

“Lo consideriamo – aggiunge Badagliacca – l’ultimo regalo di una classe politica di sprovveduti e pasticcioni che, anziché perseguire un assetto degli enti che potesse garantire l’avvio di una discussione seria sul loro futuro, ha preferito votare in due ore un provvedimento che era in discussione da mesi e che avrebbe meritato protagonisti di più elevato livello di preparazione e maturità politica”.

Secondo il sindacato appare a questo punto sempre più urgente che il nuovo Governo metta mano con urgenza all’intricata vicenda (che si complica proprio per l’impossibilità di provvedere subito ai correttivi) procedendo sull’unica strada possibile seguendo tre punti.

Il primo abrogare la legge approvata ad agosto e progettare una riforma seria che gurdi piu’ alle funzioni ed alle competenze.
Il secondo garantire nell’immediato il finanziamento degli enti escludendo ogni forma di mobilita’ del personale e assicurando i servizi alla collettività.

Infine  insediare gli organi previsti demandando alle modifiche statutarie la possibilita’ di modifica del sistema elettorale (cosi’ come peraltro previsto dalla legge nazionale).

“Parlare in questo momento di “attentato all’autonomia statutaria” ci sembra fuorviante e fuori luogo – conclude Badagliacca – si pensi piuttosto a far partire dalla Sicilia un processo di riqualificazione degli enti di area vasta ai quali , dopo la pesante bocciatura della riforma costituzionale, deve essere garantita quell’autonomia amministrativa e finanziaria prevista dalla Carta Costituzionale e che un disegno folle (nato purtroppo proprio in Sicilia) ha cercato di mettere in discussione.