Le prime proteste sono comparse con èppost siu facebook del fronte femminista. poi la èprotesta si è spostata nel mondo reale. E’ polemica a palermo su una pubblicità, sicuramente di cattivo gusto, che campeggia sui manifesti 6×3 della città. Si tratta della promozione di una attività di ‘compro oro’ che tanto stanno spopolando in questi anni di crisi a Palermoe  non soltanto.

Adesso all’indignazione di un gruppo di palermitani si aggiunge quella di certa politica di sinistra e in particolare dell’ex assessore comunale Giusto Catania.

“La Polizia municipale intervenga immediatamente, in autotutela, per rimuovere la pubblicità sessista della ditta AffarinOro, che opera in palese violazione del regolamento comunale sulla pubblicità, sfruttando volgarmente il corpo della donna per pubblicizzare un’attività economica” dice Catania, capogruppo di Sinistra comune al consiglio comunale di Palermo, il quale annuncia che insieme ai consiglieri Barbara Evola, Katia Orlando e Marcello Susinno presenterà una interrogazione al sindaco per chiedere quali siano le motivazioni che hanno indotto gli uffici a disattendere l’Art. 7 comma 4 del regolamento comunale sulla pubblicità in cui si recita testualmente: “Non sono consentiti nell’esposizione pubblicitaria immagini, contenuti o messaggi che istigano alla violenza, all’odio razziale, alla discriminazione sessuale e/o religiosa, alla violazione dei contenuti già adottati dall’Amministrazione Comunale con le Convenzioni Internazionali UNICEF e della Convenzione del consiglio d’Europa ad Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.”

L’esecuzione di tale forma di pubblicità deve essere sottoposta alla preventiva autorizzazione del Comune (Art. 3, comma 3, punto c dello stesso regolamento) pertanto il gruppo di Sinistra comune ha immediatamente avviato la procedura di accesso agli atti, poiché appare evidente che qualche dipendente abbia operato in sfregio alle regole stabilite dall’amministrazione comunale.

“La città di Palermo, in questi anni – conclude Catania – si è caratterizzata per aver costruito una cultura diffusa contro la violenza sulle donne e contro tutte le forme di mercificazione del corpo. Il rispetto e la tutela della dignità delle donne è una premessa necessaria per contrastare qualsiasi forma di violenza e un deterrente alla diffusione del femminicidio”.