Pubblicati i risultati dell’indagine sulla qualità della vita di ItaliaOggi – Ital Communications, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, giunta alla venticinquesima edizione.

Al primo posto della classifica c’è la provincia di Bolzano e a seguire due città metropolitane, Milano e Bologna, rispettivamente al secondo e al terzo posto.

In coda alla classifica Crotone (107ª), insieme alle province siciliane Messina e Caltanissetta (105ª e 106ª). Le aree tematiche analizzate sono: affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, popolazione, reati, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, sistema salute, tempo libero.

Da osservare che nel 2023 la qualità della vita in Italia è risultata buona o accettabile in 63 province su 107, (erano 64 nel 2022, 63 nel 2021 e 60 nel 2020, anno dell’emergenza Covid).

Purtroppo, le province del Sud e delle Isole sono quelle in cui la qualità della vita è valutata scarsa o insufficiente ed è sempre evidente la discrasia tra il Centro-Nord, più performante e l’Italia meridionale e insulare, caratterizzata da una persistente vulnerabilità.

Fonte: indagine sulla qualità della vita di ItaliaOggi – Ital Communications

La frattura fra il Nord-Italia e il Meridione

 È sempre più evidente che le province e le città metropolitane del centro- nord sono protagoniste indiscusse della ripresa, mentre si fa più netta la separazione rispetto alle aree meno sviluppate quali Mezzogiorno e Isole, dove si nota una crescita di aree di disagio sociale e personale.

La prima tendenza confermata dallo studio è la frattura tra il centro-nord e l’Italia meridionale e insulare, caratterizzata da una persistente vulnerabilità.

Inoltre, come diretta conseguenza della complessità dell’attuale scenario e dell’incertezza che ne deriva, la seconda tendenza confermata dallo studio è la presenza di significative aree di disagio sociale e personale, prevalentemente dislocate nel Mezzogiorno.

La terza tendenza che si delinea con chiarezza negli ultimi due anni è la forte ripresa che coinvolge le province e città metropolitane del centro-nord.

Tale evidenza indica che, nella fase di uscita dall’emergenza pandemica, sono state le grandi aree urbane del centro- nord a mostrare la migliore capacità di reazione.

Gli Indicatori Chiave

Lo studio si articola in nove dimensioni d’analisi (affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, popolazione, reati e sicurezza, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, sistema salute, tempo libero e turismo), 14 sottodimensioni ed un elevato numero di indicatori di base (92), consentendo di indagare in maniera approfondita i molteplici aspetti relativi alla qualità della vita a livello territoriale.

Anche l’esame del dettaglio degli indicatori chiave evidenzia la permanenza delle città siciliane nelle zone più basse della classifica, confermando un trend che continua, purtroppo, a non modificarsi:

Fonte: indagine sulla qualità della vita di ItaliaOggi – Ital Communications