La condanna a complessivi 72 anni di carcere è stata chiesta dai pm della Dda di Palermo Pierangelo Padova e Gianluca De Leo per quattro dei 14 presunti mafiosi affiliati alla “famiglia” di Marsala arrestati dai carabinieri il 10 maggio 2017 nell’operazione “Visir”.

La pena più severa (24 anni di carcere) è stata invocata per Michele Giacalone, imprenditore edile, di 50 anni, accusato, oltre che di associazione mafiosa, anche di tentata estorsione in danno di un’altra impresa che si era aggiudicata un appalto pubblico. Diciotto anni sono stati chiesti, invece, Alessandro D’Aguanno, di 28 anni, e quindici anni ciascuno per Andrea Antonino Alagna, di 40, e Fabrizio Vinci, di 49, entrambi di Mazara del Vallo.

Gli altri dieci coinvolti nell’operazione “Visir” hanno scelto il rito abbreviato e l’11 luglio 2018 sono stati condannati, in primo grado, dal gup di Palermo Nicola Aiello ad oltre 114 anni di carcere. La pena più severa (16 anni) è stata per il presunto “reggente” della cosca di Marsala: Vito Vincenzo Rallo, 60 anni, pastore, con già tre condanne definitive per mafia sulle spalle. Tra gli altri condannati, Nicolò Sfraga (14 anni), Vincenzo D’Aguanno (12 anni e 8 mesi), Michele Lombardo, Simone Licari e Ignazio Lombardo (12 anni). Nella requisitoria, i pm Padova e De Leo hanno sottolineato la rilevanza della famiglia mafiosa marsalese, tanto che “il capo del mandamento di San Giuseppe Jato è venuto più volte a Marsala, che da periferia si fa centro”.

L’operazione, che evitò anche una guerra di mafia, per la quale arrivano le richieste di condanna del secondo gruppo di imputati, non è isolata. Negli annida quella indagine sono seguite altre inchieste che riguardano le famiglie mafiose della zona, condotte da tutte le forze dell’ordine.In particolare un’altra rilevante operazione dei Ros è avvenuto a dicembre del 2018 prendendo spunto anche da alcune trance investigative dell’inchiesta Visir

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