“L’opera ai Quattro Canti funziona perfettamente”. Lo sottolinea Arcangelo Sassolino, artista e creatore dell’installazione “Elisa“, posta in piazza Vigliena in occasione delle celebrazione per il trentennale delle stragi di mafia. Il braccio di un escavatore, posta su un esagono in cemento armato, che sviluppa movimenti tridimensionali nello spazio. Un’installazione sulla quale si sono susseguite diverse polemiche ed opinioni discordanti.

Sassolino: “Macchina funziona perfettamente”

E’ lo stesso Arcangelo Sassolino a spiegare il funzionamento dell’opera. “La macchina funziona perfettamente. E’ nata per disegnare forme nuove nello spazio in continuazione. Ci sono momenti in cui la benna annaspa nell’aria, momenti in cui cade e striscia sul cemento, ovvero sulla base. Nessun malfunzionamento, è il normale corso dell’opera”.

Un’installazione alimentata tramite una pompa idraulica funzionante ad olio inserito ad alta pressione tramite un apposito macchinario. Meccanismo che permette all’opera di muoversi nell’ambiente in cui è posta. “Concettualmente, mi interessavano due questioni: creare nuove forme nello spazio e pensare ad una scultura che, per la prima volta, consuma il proprio basamento e lentamente sprofonda. Diventa una metafora di cosa stiamo facendo con il pianeta e di cosa stiamo diventando“.

L’abusivismo edilizio e le analogie con il sacco di Palermo

L’artista vicentino spiega poi l’origine dell’idea, a cominciare dal ritrovamento del braccio meccanico. “Dieci anni fa, ho scoperto che in un cantiere della provincia di Vincenza una escavatrice nuova di zecca è stata data alle fiamme per motivi di appalti. L’unica cosa rimasta intera era il braccio meccanico che vedete alle mie spalle. L’ho acquistato, ristrutturato ed utilizzato per quest’opera“.

Un parallelismo fra l’attualità e l’abusivismo edilizio, contestualizzato a fenomeno che hanno riguardato anche il capoluogo siciliano. Come ad esempio il sacco di Palermo. “In qualche modo, l’escavatore è segno di costruzione e distruzione. Se pensate al sacco di Palermo, tali strumenti sono stati impiegati per certi scempi. E’ la metafora ideale per definire quello che è successo in questa città”.

La location dei Quattro Canti

Le maggiori critiche riguardanti l’opera hanno interessato la scelta della location dei Quattro Canti. Un punto ritenuto troppo classico per i tradizionalisti. Scelta che però Sassolino condivide, spiegandone motivazioni e contrasti con la sua opera. “Queste meravigliose statue che ci circondano sono statiche. Questa è una scultura cinetica. Continua a muoversi, a disegnare forme nuove nello spazio.

Se la esponevamo in un altro luogo – continua Sassolino -, forse non avrebbe avuto l’eco che ha avuto e non avrebbe sollevato tutte queste polemiche. Ma se ci pensate, l’arte deve sollevare interrogativi. Deve far pensare. L’arte è sempre un messaggio positivo, anche nella sua brutalità. E’ un modo per riflettere anche sul chi siamo come individui in questo mondo. Spero che sia un modo che possa far riflettere le persone sul modo in cui l’arte si evolve.

 

 

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