Sono stati prosciolti a Palermo dall’accusa di truffa quattro impiegati del Coime assenteisti (uno di loro timbrava il badge per tutti) perché secondo il giudice il danno arrecato al Comune è “di speciale tenuità”.
La vicenda, avvenuta nell’ottobre 2013, viene raccontata dal Giornale di Sicilia di oggi.
Il giudice Marina Mirisola, che ha pronunciato la sentenza ha scritto che “la lesione non è stata considerata particolarmente lesiva neppure della stessa amministrazione comunale”.
Contro i furbetti del badge il Comune non ha adottato alcun provvedimento disciplinare ma anzi, “ha addirittura adibito a mansioni di maggiore prestigio” uno degli imputati, Giovanni Arnao, dal 2015 commesso d’aula all’ufficio di presidenza del Consiglio comunale.
Il non doversi procedere è stato pronunciato nei confronti di Michele Versaggio, Giovan Battista Pecoraro e dei fratelli Giovanni e Francesco Arnao. Accolta la tesi subordinata proposta dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Stefano Santoro e Daniela Salerno. Che in linea principale avevano chiesto l’assoluzione per difetto dell’elemento psicologico del reato. Ma hanno fatto rilevare che il danno era minimo ed era stato anche risarcito da tre dei quattro imputati: e questo anche se, osserva sempre il giudice in motivazione, nessun teste ha spiegato come fossero stati quantificati i 41,95 euro addebitati a Giovanni Arnao, i 19,90 del fratello Francesco e i 23,21 di Pecoraro.
I fatti sono avvenuti a Palazzo Galletti, sede dell’assessorato alle Partecipate dove l’11 ottobre del 2013 si tenne un incontro tra rappresentanti sindacali della Gesip e il sindaco, Leoluca Orlando; a seguire era prevista una manifestazione.
C’erano anche gli agenti della Digos, in divisa e in borghese, quando iniziò a piovere fortissimo e i poliziotti si rifugiano nell’androne del palazzo storico. Fu così che uno degli agenti in abiti civili, si accorse che, davanti ai suoi occhi, Versaggio stava timbrando ben quattro cartellini, uno dopo l’altro.
Ora arriva il proscioglimento che senza dubbio susciterà non poca sorpresa.
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