Dopo i furgoni ritrovati allo Zen di Palermo è stato recuperato anche parte del materiale edile rubato all’impresa catanese Di Bella nel quartiere Tommaso Natale.

Un commando aveva assaltato il deposito dell’azienda e aveva immobilizzato il vigilante a cui era stata portata la pistola.

Gli agenti di polizia hanno trovato in un’abitazione circa 500 chili di rame, la maggior parte del quale già lavorato per essere rivenduto, utensili da lavoro (trapani, tassellatori, flex) ed un gruppo elettrogeno.

L’occupante dell’abitazione è stato denunciato per il reato di ricettazione ed il materiale riconsegnato all’imprenditore Daniele Di Bella.

Furti e rapine all’impresa, il titolare “subiamo per avere scelto la legalità”

“Abbiamo subito decine di furti in questi mesi di lavoro. Stiamo eseguendo due dei tre lotti per rendere efficiente l’impianto di illuminazione di Palermo. Abbiamo subito danni per 100 mila euro per furti di cavi. Cementiamo i pozzetti e li troviamo distrutti. Non sono furti che si compiono in cinque minuti. Sono zone centrali e trafficati. Ma i palermitani non ci aiutano. Nessuno segnalala questi ladri che compiono i furti alla luce del sole. C’è un omertà diffusa che davvero scoraggia”. Daniele Di Bella titolare della Di Bella Costruzioni l’impresa che ha subito una maxi rapina nel cantiere chiede maggiore prevenzione per chi svolge attività nel capoluogo siciliano.

Ma secondo lei sono richieste di pizzo? “Lo sanno bene che da noi non devono venire. Ogni volta che iniziamo a lavorare in una città la prima visita è al comandante provinciale dei carabinieri. Da 40 anni abbiamo fatto una scelta di campo senza compromessi – dice Di Bella – Paghiamo le conseguenze di questa scelta tanto che sono costretto con costi notevoli a pagare anche la vigilanza ai cantieri e anche alle squadre che vanno in giro. Le pare un sistema sano? Adesso polizia e carabinieri stanno eseguendo le ricerche e hanno ritrovato mezzi rubati nella zona dello Zen. Ma perché queste cose avvengono sempre dopo? Purtroppo non c’è prevenzione. Credo che devono essere i palermitani ad amare di più la propria terra. Noi ultimati i lavori andiamo via. Loro restano”.