Con l’arrivo della bella stagione ci si scopre, e sono sempre più numerosi coloro che corrono a farsi un tatuaggio da esibire orgogliosamente durante l’estate. Una moda ormai dilagante ad ogni fascia d’età, tanto per gli uomini quanto per le donne.

Ma i tatuaggi possono creare dei problemi di salute, nello specifico delle reazioni allergiche che potrebbero manifestarsi anche a distanza di mesi dal momento in cui si decide di farsi un nuovo tattoo.

Come scrive il Giornale di Sicilia, arrivano anche dall’Università di Palermo le conferme allo studio della Langone University di New York pubblicato da Contact Dermatitis, secondo cui il 10% di chi si fa un tatuaggio ha una reazione avversa, reazione che in più della metà dei casi diventa cronica. E i problemi vanno dagli arrossamenti per i quali si ricorre alle cure del dermatologo alle più forti reazioni allergiche che richiedono la rimozione del tattoo.

I ricercatori hanno condotto lo studio su 300 persone fermate a caso a Central Park, a loro è stato chiesto se avevano mai avuto problemi con i loro tatuaggi: circa il 10% ha affermato di avere avuto qualche complicazione, e 6 su 10 hanno riportato problemi sanitari per più di quattro mesi.

A studiare le reazioni ai tatuaggi anche la professoressa Maria Rita Bongiorno, ordinario di Dermatologia e Venereologia all’ Università di Palermo, responsabile dell’ Unità operativa complessa di Dermatologia e malattie a trasmissione sessuale del Policlinico Paolo Giaccone, direttore della Scuola di specializzazione di Malattie cutanee e veneree di Unipa.

“Si tratta di dati abbastanza conosciuti – dice Bongiorno al Giornale si Sicilia- spesso gli utenti tendono a sottovalutare il problema delle reazioni allergiche che sono scatenate di solito da coloranti organici, e vanno in sofferenza soprattutto coloro i quali hanno problemi di psoriasi ed eczema, che sono il 3% della popolazione“.

I tatuaggi non permanenti non sono meno pericolosi degli altri. La dottoressa spiega ancora: “Ci sono i tatuaggi permanenti e quelli transitori, che vengono fatti anche per strada, in spiaggia, considerati più innocui ma non è cosi, usano l’hennè nero che è pericoloso in quanto contiene parafenilendiamina: un colorante per tinture dei capelli che può agire dopo mesi, anni. Chi sviluppa sensibilità a questa sostanza può svilupparla anche verso altri coloranti, farmaci anestetici locali e addirittura filtri solari e, siccome non si può stabilire in partenza chi è allergico a questo elemento, la reazione è ad effetto libero. All’interno del nostro organismo si è creata una sensibilizzazione alla molecola e se il soggetto reintroduce ancora la stessa molecola resta la memoria della precedente e la reazione si scatena”.

Dietro i tatuaggi si nascondono in realtà altri rischi, ben più pericolosi: “Se avvengono senza la sterilizzazione degli attrezzi, possono essere contratte anche la sifilide e l’ epatite B. E in una zona dove c’ è un neo, se qui dovesse spuntare un melanoma, risulterebbe non visibile nel tempo”.

In pratica per tutelarsi bisognerebbe chiedere la composizione dei coloranti utilizzati “e scegliere assolutamente l’hennè neutro o rosso evitando il nero, è meno probabile la reazione allergica”.

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