Reddito di cittadinanza abolito, ma che bel Natale“. Non ci stanno i percettori del sussidio introdotto nella scorsa legislatura dal Governo guidato da Giuseppe Conte. Una delegazione di manifestanti si è radunata questa mattina, intorno alle 11.00, sotto il carro trionfale di Santa Rosalia, posto in piazza Castelnuovo, a Palermo. I manifestanti hanno deciso di mostrare alcuni “doni” che, a loro dire, hanno ricevuto dall’attuale premier Giorgia Meloni. Sotto lo striscione infatti, i presenti hanno depositato alcuni pacchi riportanti diverse scritte quali “povertà”, “lavoro nero” e “sfruttamento”. Un flashmob che anticipa di 24 ore la nuova mobilitazione indetta per mercoledì 21 dicembre fra le strade del capoluogo siciliano.

Il flashmob dei percettori del reddito di cittadinanza

Un Natale amaro quello che si apprestano a trascorrere i percettori del reddito di cittadinanza, con la prospettiva non tanto lontana di ritrovarsi senza uno strumento di welfare che fino ad oggi li ha sostenuti ed aiutati. Una paura verso il futuro manifestata da Davide Grasso, esponente dell’associazione “Basta Volerlo”, affiancato nell’iniziativa anche da Tony Guarino e Giuseppe De Lisi, organizzatori del corteo dello scorso 29 novembre e che riscenderanno nuovamente in piazza nella giornata di domani. “Che bel regalo che ci ha fatto la Meloni togliendoci il sussidio e non rispettando il terzo articolo della Costituzione – sottolinea Davide Grasso -. Lei dice di non odiare i poveri, ma nella realtà sta calpestando la nostra dignità”.

Percettori che, per la stragrande maggioranza, non sono riusciti a trovare un lavoro all’interno del programma. Fatto che Davide Grasso associa ad un cortocircuito dei centri per l’impiego. “I progetti utili alla collettività a Palermo non sono mai partiti, così come in tanti comuni italiani. Il problema non è il reddito di cittadinanza, ma il sistema che non funziona. Facendo una ricerca sui centri per l’impiego in Sicilia, ci sono soltanto 73 offerte di lavoro a fronte di 280.000 percettori. Se tutti accettassero, avremmo risolto il problema ad un misero 0,3% di persone, ovvero 1 su 3000. Da agosto molte persone si ritroveranno senza sussidio. Un’alternativa la devono trovare, altrimenti ci diano un lavoro”.

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