C’è un nuovo capitolo della polemica derivante dalle inchieste sul così detto “filone turistico” ovvero la presunta corruzione alla Regione siciliana, che vedono coinvolti il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e l’assessore al turismo Elvira Amata. Ma non si tratta di novità di carattere giudiziario. Per l’assessore l’avviso di chiusura indagini è già arrivato da giorni mentre per il presidente Galvagno la stessa chiusura delle indagini è slittata.
Ad agitare la situazione è la vicenda dei finanziamenti decisi per i film proposti alla Film Commissione. dopo la polemica sull’esclusione del film su Biagio Conte (vicenda per sistemare la quale è sceso in campo personalemnte un furente Presidente Schifani) che ha arriva quella del regista Pasquale Scimeca impegnato nel racconto di storia di poliziotti morti nella lotta alla mafia.
La lettera aperta alla Presidente Meloni
“La lotta alla mafia non è (o non dovrebbe essere) né di destra, né di sinistra, ma un dovere morale di tutti: politici, intellettuali e semplici cittadini – scrive Scimeca nella sua lettera – allora perché un Assessore a Lei vicina, ha negato il finanziamento al film sui giovani poliziotti barbaramente assassinati dalla mafia?”
In realtà la scelta è stata operata dalla film Commission ma anche quell’elenco di “ammessi a finanziamento è ormai finito nel calderone delle polemiche. Così Scimeca ne approfitta per parlare do queste opere cinematografiche “Lillo Zucchetto, Beppe Montana, Ninni Cassarà, Roberto Antiochia e Natale Mondo, non erano dei pericolosi estremisti, ma fedeli servitori dello Stato, morti ammazzati mentre facevano il loro dovere. Come Lei stessa ha ricordato in più di un’occasione, la sua scelta di impegnarsi in politica, è legata alla tragica morte di Paolo Borsellino. Paolo Borsellino è un eroe del nostro tempo, e va ricordato e celebrato in tutti i modi possibili”.
Ricordare le vittime di mafia anche con la cinematografia
“Ma anche Lillo Zucchetto, Beppe Montana, Ninni Cassarà, Roberto Antiochia e Natale Mondo, sono eroi del nostro tempo -scrive il regista -che non vanno solo ricordati, una volta l’anno in
cerimonie sempre più stanche di inutile retorica, ma meritano di ritornare a vivere attraverso l’arte, in un film che li restituisca ai ragazzi e alle ragazze di oggi, affinché qualcuno, come è successo a Lei, conoscendoli, conoscendo il loro coraggio, la loro dirittura morale, il loro amore per la giustizia, possa assumerli come dei modelli di vita e spingerli a impegnarsi nella lotta alle mafie e alla corruzione”.
“Perché (e a chi) fanno ancora così tanta paura questi giovani poliziotti dai “passi perduti”, questi FIGLI DI UN DIO MINORE che indagavano coi piedi nel fango, che cercavano i latitanti tra i vicoli e le borgate mafiose?” si chiede Scimeca.
Storie di lotta alla mafia
Il regista ripercorre le storie dei poliziotti assassinati, della lotta alla mafia, della speranza dei siciliano onesti negli anni bui e chiede che queste storie ” vengano fatte rivivere in un film” in modo ché “…i ragazzi di oggi possano conoscere e identificarsi nei loro valori di coraggio, giustizia e amore per le divise che indossavano con onore”
La lettera si chiude con un invito ad una risposta pubblica “Non faccia finta di niente, mi risponda per favore!”






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