E’ comparso sul palco poco prima delle 11 del mattino il Premir Matteo Renzi. un’ora di ritardo rispetto alle previsioni anche se renzi era già a Palermo da dove ha tenuto, oggi, il suo ‘Matteo risponde live”.

Poi sul palco dove è stato accolto da una platea festante che lo attendeva mentre fuori contrinuavano gli scontri con i manifestanti.

I temi sono sempre quelli, la velocizzazione della macchina amministrativa attraverso la semi cancellazione di una camera perchè attualmente “Corriamo i 100 metri contro Francia, Inghilterra e Germania ma loro corrono i 100 metri piani e noi i 110 metri ad ostacoli – ha detto il premier -. Abbiamo un sistema che è nato per bloccare e arginare non per mandare avanti celermente. Una democrazia fondata sul diritto di veto non di voto. Tutti promettono sempre di cambiare ma quando salgono al potere se ne dimenticano. Il voto di domenica non riguarda me, anzi, io ho fatto anche qualche errore di troppo, lo ammetto. Riguarda i nostri figli. Nelle prossime ore si decidera` il destino dei prossimi vent`anni”.

Il premier ha poi continuato delle “bufale” che sarebbero stato il leit motiv della campagna referendaria “Dicono che se vince il ‘Sì’ il presidente della Repubblica viene eletto a maggioranza. E’ già così… ma non glielo dite altrimenti non ci rimangono male” chiosa ironicamente e incalza  “di bufale ce ne sono tante ma una mi fa arrabbiare come un matto quella in cui dice che c’è il  rischio di una deriva autoritaria” e addirittura della “dittatura”. Il premier scherza e ironizza sull’errore geografico del vicepresidente della Camera Luigi di Maio e sulla “confusione” tra Cile e Venuzuela per paragonare il rischio dittatura a cui andrebbe incontro il nostro Paese. Italia come il Cile di Pinochet? “Pensando ai morti ti dovresti sentire in imbarazzo” dice rivolgendosi a Di Maio.

Renzi termina il suo intervento dal palco del Politeama dicendo “Uno può dire di sì o no, il 5 dicembre arriva per tutti se vince sì l’Italia è più forte e darà le carte in Europa ed il nostro Paese avrà più forza e più credibilità. Non buttiamo la chance di lasciare ai nostri figli un sistema meno arzigogolato” ma ammette come il risultato sia del tutto aperto  “Una battaglia bella piena di indecisi, il risultato è aperto e ce la giochiamo sul filo di pochi voti. E’ questo il momento in cui i cittadini decidono da che parte stare”. Alla platea siciliana il premier rivolge un appello “dipende da noi dal come faremo emergere la verità”.

“Anche io avrei cambiato delle cose in questa riforma ma è come se uno deve andare ad Aosta partendo dal Mezzogiorno”. Renzi interrompe mandando il video di un autostoppista che deve andare ad Aosta e gli  viene offerto un passaggio fino a Torino ma lo rifiuta. Un pretesto narrativo per spiegare ancora una volta le ragioni del sì: “Scusate se la faccio semplice a voi scelta: se vince ‘sì’abbiamo un paese più semplice e più forte con il ‘no’ ritornano quelli di prima non possiamo continuare a barcamenarci. La Sicilia è decisiva perché da sempre anticipatrice dei cambiamenti politici. Io sento un vento totalmente diverso e nelle prossime 48 ore può succedere di tutto per questo vi chiedo una mano – conclude Renzi – Non sono io in discussione io posso lasciare domattina, non cambia niente. Per me il punto non è la permanenza del Governo. Abbiamo 48 ore per prendere gli indecisi, e Palermo e la Sicilia regaleranno una bella sorpresa in questa campagna referendaria”