La Procura di Termini Imerese ha chiesto il rinvio a giudizio del sindaco di Bagheria Patrizio Cinque del Movimento 5 stelle. Cinque è accusato di turbativa d’asta, falso, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio e omissione di atti d’ufficio.

L’udienza preliminare è stata fissata per l’11 aprile. Cinque, dopo la notizia dell’apertura d’inchiesta, si era autosospeso dal Movimento 5 stelle.

L’inchiesta che aveva portato all’iscrizione di cinque nel registro degli indagati è quella sugli affari legati ai rifiuti in zona, ma i fioloni che lo riguardano sono due legati anche al presunto abusivismo edilizio.

Per il primo cittadino di Bagheria era stato emesso anche un divieto di soggiorno poi revocato in sede di rianalisi su richiesta della sua difesa dopo l’interrogatorio di garanzia

Gli attivisti bagheresi, dopo le notizie sull’indagine a suo carico, stavano organizzando una marcia di solidarietà che lo stesso Cinque, però, ha stoppato. 

Nell’indagine sono state coinvolte altre 21 persone tra imprenditori, funzionari comunali e un dirigente della Regione.

Cinque è accusato di avere concordato illegalmente con l’ex commissario della città metropolitana Manlio Munafò e Salvatore Rappa, legale rappresentante della società sportiva Nuova Aquila Palermo, l’affidamento del Palasport a Comune e società in partnership. Il sindaco si è difeso sostenendo di aver da sempre puntato alla gestione comunale del palazzetto e di aver per questo presentato la domanda di affidamento col privato fuori
termine.

Altri capitoli dell’inchiesta riguardano la gestione irregolare della raccolta dei rifiuti e l’avere rivelato al
cognato l’esistenza di un procedimento penale avviato sulla sua casa abusiva. Procedimento di cui aveva saputo da un vigile urbano, pure indagato. Una strana vicenda nata da una falsa autodenuncia presentata a nome del familiare, ma di cui questi
nulla avrebbe saputo.