Blitz degli agenti della Squadra Mobile di Palermo, diretti da Rodolfo Ruperti, negli uffici del Provveditorato in piazza Verdi a Palermo.
Un imprenditore ha denunciato di avere subito pressioni da parte di alcuni funzionari e richieste di mazzette.
Cinque gli avvisi di garanzia notificati dalla sezione Reati contro la pubblica amministrazione della Mobile diretta da Silvia Como a Carlo Amato, Franco Barberi, Antonio Casella, Claudio Monte e Fabrizio Muzzicato.
Le indagini sono coordinate del procuratore aggiunto Sergio Demontis e dei sostituti Pierangelo Padova e Giacomo Brandini. Al centro dell’indagini ci sono alcuni appalti per le ristrutturazioni di uffici pubblici.
Per gli indagati l’ipotesi di reato contestata è quella di associazione a delinquere.
Gli agenti della squadra mobile di Palermo hanno sequestrato carte e documenti che riguardano decine di appalti pubblici in Sicilia finiti nell’inchiesta che hanno portato agli avvisi di garanzia emessi questa mattina nei confronti di cinque dipendenti del provveditorato in piazza Verdi a Palermo che dipende direttamente dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L’ufficio svolge attività di vigilanza sulle opere pubbliche finanziate dal ministero e da altri enti pubblici. Ancora attività di supporto, dopo aver siglato una convenzione nella programmazione, progettazione ed esecuzione di opere anche di competenza di amministrazioni non statali, anche ad ordinamento autonomo, economico e non, nonché di Enti ed organismi pubblici.
Tra le attività anche supposto all’attività di vigilanza sull’Anas e anche direzione generale per le strade e autostrade per le sicurezza nelle infrastrutture stradali. e sulla repressione all’abusivismo edilizio. Infine la struttura ha anche competenza nelle repressione dell’abusivismo edilizio.
Erano stati sequestrati documentazione riguardante alcuni lavori fatti a Palermo e provincia: al padiglione 18 dell’Università di viale delle Scienze, in un dipartimento di via Archirafi, in un appartamento delle forze dell’ordine (zona via Giusti) e poi ancora alla caserma dei carabinieri di Capaci.
Sotto osservazione quattro lavori a Enna: per la sistemazione di alcuni immobili dei vigili del fuoco, dell’Agenzia delle Entrate e della caserma della polizia intitolata al commissario Boris Giuliano; sospetti di mazzette anche sulla ristrutturazione della Chiesa di San Benedetto, nel Comune di Barrafranca. Sequestrata pure la documentazione che riguarda le scuole “Ansaldi” di Centuripe ( Enna), “Luigi Pirandello” di Villadoro (Nicosia), “Piraino” di Casteldaccia e “La Pira” di Sant’Alfio (Catania).
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