Riforma del sistema di voto all’Ars, abolizione del voto segreto su qualsiasi cosa, voto in blocco del bilancio per evitare il ‘mercato delle vacche’ e velocizzare i tempi di approvazione, uso del concetto di insularità inserito in costituzione per creare infrastrutture e attrarre investimenti e uscire dal sistema paludato della burocrazia. Tutto per far crescere economia e lavoro. E’ la ricetta per la Sicilia di Gaetano Armao, vice Presidente uscente della regione e candidato alla Presidenza per il terzo polo, quello riformista di Azione e e Italia Viva.

Cominciano proprio da Armao le video interviste di Talk Sicilia, il format di BlogSicilia ai candidati alla presidenza della Regione.

Una candidatura accettata solo perché non corre Musumeci

“Questa è una precisazione che ho dato immediatamente quando sono cominciate le interlocuzioni con Carlo Calenda, che siamo l’artefice di questa candidatura, perché chiaramente non avrebbe avuto senso concorrere contro un presidente che legittimamente si riproponeva per la conferma del mandato per il secondo mandato elettorale. Il centrodestra ha scelto una via diversa. Credo che ancora in molti aspettano di capire il motivo, ma io io ho fatto delle scelte consequenziali, anche dovute alla irresponsabilità dell’area dentro Forza Italia siciliana”.

Polemiche in Forza Italia e nel Centrodestra

Ma Armao è stato ed è ancora assessore all’economia e Vice Presidente della regione in quota Forza Italia e su questo è scoppiata una certa bufera  “C’era, in Forza Italia, un clima che non lasciava presagire nulla di buono. Non si può fare politica pensando di servire la propria terra, soprattutto servire i siciliani, alzandosi la mattina con le polemiche. Ci vuole un clima sereno, ma soprattutto un clima che guardi come sta facendo il Terzo Polo, al futuro dell’Italia, al futuro della Sicilia, a valori come quelli riformisti, come quelli liberal socialisti, come quelli cattolici che insieme possono aggregare una proposta centrista. L’idea è quella di creare una forza politica anche in Sicilia, con un radicamento e una storia. Non dimentichiamo che il Partito Popolare ha avuto origine da un siciliano e da una idea  originata a Caltagirone da Sturzo, che la Democrazia Cristiana è nata a Caltanissetta.

Quante possibilità ha il terzo polo

“Guardi, questa cosa del voto utile è un tema che riguarda solo chi vorrebbe il voto per se. Il voto al terzo polo sarebbe inutile per gli altri ma utile ai siciliani”.

Le cose da fare, l’insularità

Per Armao occorre pensare alle cose da fare per la Sicilia partendo dall’insularità ” La condizione insularità è una condizione che fino a qualche anno fa non era neanche lontanamente presente nel dibattito politico. Questa è una battaglia che è stata, prima che politica culturale, per far scoprire la Sicilia, la sua centralità mediterranea e rilanciare l’insularità come elemento che giustifica la specialità dello Statuto. Questo è un elemento importante, perché  vuol dire continuità territoriale, cioè prezzo dei biglietti aerei, il prezzo dei trasporti marittimi, ma anche infrastrutture e fiscalità di sviluppo. Si è creata la base costituzionale per pretendere ancor di più dallo Stato e dall’Europa”.

Piano straordinario per il lavoro

“Uno degli obiettivi prioritari della nostra proposta politica è proprio quella di un piano straordinario per il lavoro in Sicilia, di un rafforzamento delle opportunità fiscali e delle opportunità delle zone economiche speciali proprio per favorire giovani imprese, nuove imprese, capacità e possibilità per le persone che hanno valori, idee, entusiasmo e talento per iniziare attività qui e lavorare da qui, in tutta Italia, in tutta Europa”.

La digitalizzazione

“La digitalizzazione che si è portata in porto non è un dato sconosciuto, quello che vede la Sicilia avere il 60% dei comuni digitalizzati, il doppio della Lombardia e del Veneto. Abbiamo fatto un lavoro concentrato sulla digitalizzazione perché la creazione di un’infrastruttura digitale è la base per poter consentire il lavoro a distanza, per poter consentire alle imprese siciliane di essere competitive rispetto a una distanza che inevitabilmente ci vede lontani dai centri nei quali si smistano le merci, si smistano le informazioni e smistano le competenze. Ecco allora il digitale è come la mossa del cavallo e, insieme all’insularità, consente di individuare infrastrutture e risorse e vantaggi fiscali per poter rendere più competitive le imprese. Con una mossa a tenaglia si deve costruire un nuovo progetto di rilancio per la nostra Sicilia, che dia soprattutto lavoro, che è la prima delle esigenze dei nostri concittadini”.

La crisi energetica

“La Sicilia, la quarta regione italiana per crescita economica nel 2020, il lavoro fatto all’assessorato all’Economia è un lavoro che sta portando importanti risultati. Questo però non basta, perché abbiamo alle porte una crisi che già fa sentire il suo morso con il caro energia, con gli effetti post pandemia, con una crescita dell’inflazione, con una crescita dei tassi d’interesse. Ma soprattutto un autunno che ci aspetta che non sarà dei più facili. Occorre intervenire sul prezzo delle bollette, sul prezzo dell’energia, sul costo dell’acquisizione delle materie prime che determina un effetto di avvitamento della stessa economia, che non trova più risorse per completare le infrastrutture

E poi, dall’altro lato, questa marea di cartelle che arriverà da qui a fine anno. Di cartelle esattoriali che certamente non può mettere in ginocchio il sistema economico del Paese. Quindi ci vuole un approccio integrato, dialogante con il governo del Paese, che non è fatto certamente di estremismi o di immaginari abbassamenti della pressione fiscale.

Le riforme da fare nel Parlamento siciliano

“C’è il dato drammatico, vergognoso del voto segreto. Ovviamente importa poco di queste cose ai cittadini, però devono sapere che la Sicilia è una democrazia da terzo mondo, con un voto segreto che si può chiedere su qualsiasi cosa, su qualsiasi posta di bilancio, su qualsiasi norma, anche la più generale. Questa è una delle priorità che chiederò di affrontare anche agli altri candidati alla presidenza della Regione. Facciamo un accordo per cui la prima norma che deve andare in variazione è quella del regolamento dell’assemblea che riporta il voto segreto a quello che è nel resto d’Italia, d’Europa e del mondo avanzato. E poi il tema del voto in blocco sul bilancio È inaccettabile che sul bilancio si continui una negoziazione infinita prima in commissione Bilancio, poi nelle commissioni, poi in Parlamento, per cui il bilancio è oggetto di strattoni, proposte, sottrazioni, addizioni e ne viene fuori una massa informe che poi è difficile da gestire e allunga i tempi. Mentre invece sarebbe giusto e utile che, fermo restando l’apertura del dibattito in seno alla commissione Bilancio alla quale tutte le forze politiche. Possono esprimere le loro proposte sulla delibera della commissione Bilancio che approva quella proposta di bilancio positiva in assemblea e o si vota a favore o si vota in blocco se si vota contro il governo, prenderle con le dovute conseguenze delle decisioni. Perché chiaramente un voto contrario dell’assemblea che in qualche modo esprime una maggioranza?

L’attrazione degli investimenti

“Vogliamo attrarre investimenti, lo possiamo fare attraverso zone economiche speciali. Ma chi viene in Sicilia per investire deve trovare un ambiente, come si usa dire oggi, un ecosistema che consenta di trovare centri di ricerca, di trovare una situazione di legalità strutturata che non espone al racket o altre forme di coazione che trovi. Infrastrutture che consentano servizi stradali e autostradali, porti, aeroporti, interporti di livello europeo. La Sicilia è una frontiera d’Europa, ma a mio avviso ha tutte le opportunità per diventare cerniera. L’Europa è al centro del Mediterraneo con una valenza strategica straordinaria che che è data dal fatto di essere al centro dei trasporti marittimi, ma anche di essere al centro delle connessioni digitali che gli Stati Uniti vanno verso l’Oriente. E quindi su questa piastra digitale straordinaria si può innescare un meccanismo di realizzazione di attività imprenditoriali nuove e di dialogo tra l’Europa e il continente africano che già i fondatori dell’Europa vedevano come il continente del futuro. Non dimentichiamo che ci sono paesi come la Nigeria, che avranno sei 700 milioni di abitanti tra qualche decina d’anni. La Sicilia ha una tendenza come l’Italia al resto d’Europa, all’invecchiamento, allo spopolamento e è un po pesantemente la situazione economica. Se non reagiamo attraverso una proposta di raccordo con tutta la fascia costiera dell’Africa, rischiamo di essere soverchiati da una movimentazione quasi biblica di popolazioni che non possiamo certo fermare con qualche barriera, qualche nave messa al limite delle acque territoriali. Dobbiamo avere una visione di interlocuzione, di connessione con le università, con i centri di ricerca, con le joint venture tra imprese come nel settore della pesca, nel settore dell’agricoltura. E questa la vera opportunità che occorre guardare per far sì che i nostri giovani trovino in Sicilia così opportunità.

Uscire dalle pastoie burocratiche

“La riforma burocratica, che in qualche modo si è fatta sul piano delle procedure deve essere completata, continua l’organizzazione. L’organizzazione della Regione Siciliana è una organizzazione pletorica in periferia e troppo magra al centro, dove si assumono le decisioni più rilevanti, dai fondi europei agli incentivi per le imprese. Noi in qualche modo, come assessore L’economia, abbiamo risolto il tema attraverso il ricorso all’Irfis. Non dimentichiamo che  faceva 7000 pratiche l’anno, oggi ne fa 70.000, quindi dieci volte per attività e molte imprese si sono rese conto dell’opportunità che attraverso di esse si possono, si può dare, si possono offrire a sistemare le imprese. Però è necessario anche un sistema di semplificazione, digitalizzazione, fluidificazione dei processi. e poi, scusatemi se ci torno, di legalità. Sono d’accordo con Maria Falcone. Il tema della legalità sta assumendo un ruolo assolutamente marginale nel dibattito politico, come se la mafia fosse scomparsa, come se questa terra nei trent’anni, quarant’anni dalle stragi che ci sono state, avesse in qualche modo dimenticato che questo pericolo, questo serpente, è dietro l’angolo e che quindi bisogna tenere altissima la guardia nella formazione delle liste, nella formazione delle proposte politiche, nella formazione dei quadri dirigenti dei partiti. Perché è pericolosissimo dire che ormai siamo come l’Olanda e che quindi è un tema assolutamente marginale. Questa è una terra che la mafia ha tentato di distruggere. Ha saccheggiato perché la ricchezza della mafia è corrisposta all’impoverimento delle persone e dei territori. Dobbiamo tenere altissima la guardia puntando a crescere economicamente, ma tenere questo questo serpente lontano dalla nostra pelle.

Formare il programma con la gente

“Ho incontrato le categorie produttive perché per la prima volta abbiamo deciso non di presentarci con un programma, ma di formare un programma sulla base delle istanze e delle richieste dei problemi che vengono prospettati da chi innerva la società, da chi vive in mezzo alle categorie produttive, ai lavoratori, alle cooperative. Quindi conoscere in fondo i problemi e le ansie e i bisogni di chi produce e di chi crea lavoro. Bello perché il lavoro vero lo dà solo l’impresa, non lo danno il precariato, le offerte di lavoro che tanti pensano di inventare, soprattutto sotto periodo elettorale. A riguardo io ho diramato una direttiva che blocca tutte le procedure di bandi che cominciavano ad arrivare proprio in campagna elettorale da parte di qualche società partecipata. I bandi saranno pubblicati ad ottobre. Se ci si ferma un mese non succede niente. Ma l’idea che si faccia campagna elettorale con bandi aperti è una cosa assolutamente inaccettabile. Poi, scusate, ma c’è l’esigenza di lanciare una proposta di amministrazione che risponda effettivamente ai cittadini, a cominciare dal dibattito politico. Io francamente non sento discutere di problemi della Sicilia ma sento discutere di poltrone. Ma quand’è che si comincia a discutere di temi e di problemi? Noi siamo pronti”.

La versione integrale della punta di Talk Sicilia

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