Rimborsi non dovuti nell’ambito dell’Attività di Sicilia digitale, nuova forma societaria di Sicilia e Servizi, la controllata della Regione siciliana che si occupa dei servizi informatici. Rimborsi di fatto auto liquidati dal rappresentate legale dell’azienda nel corso dei suoi quasi tre anni di attività.

L’operazione della Guardia di Finanza

I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per circa 43 mila euro emesso dal gip di Palermo, su richiesta della Procura nei confronti di Carmine Canonico, 75 anni, rappresentante legale protempore dal 2019 al 2021 di Sicilia Digitale società partecipata della Regione Siciliana, che si occupa della gestione dell’infrastruttura informatica al servizio della pubblica amministrazione.

Gli accertamenti

Secondo quanto sarebbe stato accertato dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria – gruppo tutela spesa pubblica -, l’indagato avrebbe liquidato in proprio favore rimborsi e spese non dovuti.

“Sarebbe emersa – in base a quanto scrivono dalla Guardia di Finanza in un comunicato ufficiale – una gestione privatistica del ruolo ricoperto dal pubblico ufficiale, il quale si sarebbe appropriato indebitamente di rimborsi per spese relative a trasferte mai effettuate o effettuate solo in parte e a pranzi e cene che superavano  l’importo massimo previsto, peraltro sostenute anche a beneficio altri soggetti e l’acquisto di beni non rimborsabili”.

 Il provvedimento del Gip

Il gip ha emesso un provvedimento cautelare grazie al quale sono state sottoposte a sequestro disponibilità finanziarie di 43.259 euro pari alla somma che nel tempo sarebbe stata indebitamente percepita dall’indagato che, a oggi, non ricopre più funzioni di rilevanza pubblica.

La nota della Finanza

“Questa attività testimonia la costante attenzione ed il perdurante impegno profuso dalla Guardia di Finanza,  – dicono i finanzieri in un comunicato – nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura di Palermo, nel contrasto alle altre gravi forme di reato contro la Pubblica Amministrazione che sottraggono alla collettività risorse pubbliche, incidendo negativamente sulla qualità dei servizi forniti ai cittadini”.