Sono state necessarie ben due settimane. Dopo 14 giorni di interruzione, ieri ha ripreso a funzionare regolarmente il processo telematico che regola le procedure civili in tutta la Sicilia (escluso il solo distretto giudiziario di Catania, che non ha mai avuto problemi) e oltre lo Stretto, a Reggio Calabria e Catanzaro.

Il server che consente l’ elaborazione dei dati e che si trova a Messina era infatti andato in tilt l’undici aprile e da quel momento di fatto si era tornati al deposito a mano degli atti negli uffici giudiziari. In una nota del ministero della Giustizia, anche se non viene chiarito da cosa sia dipeso il guasto, si precisa che “tutte le attività erano state ripristinate tra il 15 ed il 16” ma che “la sera di domenica 17 un grave guasto alle linee elettriche del tribunale di Messina” avrebbe causato “una nuova interruzione del server”.

Dati, quelli del Ministero, che combaciano con quanto gli avvocati avevano raccontato a BlogSicilia denunciando una situazione inaccettabile e il rischio di perdita di diritti da parte degli utenti

Di fatto, e questa è l’unica cosa che non combacia, secondo quanto affermano dal ministero, tutto sarebbe tornato a funzionare il 22, ma vista la chiusura degli uffici per i giorni festivi, è impossibile accertarlo e solo da ieri le attività sono tornate alla normalità.

La buona notizia è che non ci sarebbero dati persi ma restano buchi nell’attività che non consentono di recuperare quanto è avvenuto subito dopo il guasto. In pratica sarebbero andati persi i depositi avvenuti nei 14 minuti dopo il guasto per il distretto giudiziario di Catanzaro, 51 minuti per quello Palermo, 16 per quello di Reggio Calabria, 62 per quello di Caltanissetta e 11 per quello di Messina. A Palermo tutto sarebbe recuperabile grazie al cartaceo, ma non è detto che sia lo stesso altrove.

Sono, invece, disponibili e andati a buon fine nonostante l’assenza delle ricevute tutti i depositi avvenuti in queste due settimane ad eccezione delle finestre temporali immediatamente successive al guasto.

Il problema è legato a tutte le procedure svolte manualmente in queste due settimane. Per loro il processo telematico non sarà possibile e i procedimenti incappati in questa situazione dovranno proseguire con il vecchio sistema cartaceo.

Per evitare nuovi disagi la Corte d’Appello di Palermo avanzerà una richiesta al Ministero perché i server tornino nella sala dedicata di Palermo o quantomeno nel capoluogo sia allocato un ‘server specchio’ analogo a quello di Messina che riceva e processi tutte le notifiche in parallelo