Un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, è stata depositata dal deputato alla Camera Adriano Varrica in vista della scadenza del 31 ottobre, data decisa dal Sindaco di Palermo che con una diffida ha intimato alla partecipata RAP di non proseguire l’attività di gestione delle vasche esaurite di Bellolampo che dunque si fermerebbero. Il rischio è che, abbandonando le discariche al loro destino, si vada incontro ad un disastro ambientale per via dello sversamento del percolato.

“Dal 2016 – afferma il parlamentare nazionale M5S Adriano Varrica – seguiamo il contenzioso tra Regione, RAP, Comune di Palermo e Curatela AMIA, che coinvolge anche il commissario per l’emergenza dichiarata nel 2010 e poi prorogata nel 2013. Il dato di fatto è che tra 16 giorni non vi sarà alcun soggetto preposto, anche solo in via straordinaria, alla gestione delle vasche esaurite di Bellolampo. Il rischio ambientale e sanitario è notevole, oltre alla concreta possibilità di vanificare le copiose risorse investite sulla messa in sicurezza durante il commissariamento del 2010. Per tale ragione abbiamo depositato interrogazione per informare il Ministro Costa di questa delicata situazione che si accavalla a quella già estremamente delicata degli interventi sulla sesta vasca e di quelli per la realizzazione della settima vasca. Monitoriamo da vicino e incalziamo la RAP in maniera propositiva, ma il dato da rilevare è che la Regione risulta soccombente in ogni pronuncia della Giustizia Amministrativa, ultima la sentenza n. 1599/2018”.

“Constatiamo che la Regione dal 2016 ad oggi – aggiunge il consigliere comunale di Palermo del M5S, Antonino Randazzo – non ha promosso alcuna azione concreta per individuare il gestore ordinario delle discariche esaurite di Bellolampo, come già richiesto dal TAR nel 2015”.

“Come Movimento 5 Stelle – concludono i portavoce Varrica e Randazzo – abbiamo presentato istanza lo scorso primo ottobre per partecipare al connesso procedimento amministrativo e per acquisire la documentazione utile. Resta inoltre sempre sospesa la questione su che fine abbiano fatto i 72 milioni di euro che il Comune di Palermo avrebbe dovuto accantonare come previsto dalla legge per il ‘post mortem’ della discarica e che, sulla base di quanto dichiarato dalla Curatela fallimentare AMIA, non risultano essere mai stati trasferiti”.